Si va verso nuove iniziative di mobilitazione all'Ilva di Taranto dopo lo sciopero di 24 ore di lunedì 30 aprile, indetto da Fim, Fiom e Uilm per protestare contro le condizioni di lavoro ritenute insicure, e che ha registrato secondo i sindacati “la fermata totale delle Acciaierie”. Oggi, mercoledì 2 maggio, si riuniscono le Rsu in fabbrica per discutere della trattativa con Am Investco, la nuova società acquirente dell'Ilva, trattativa che si è fermata a causa delle proposte aziendali che le sigle metalmeccaniche giudicano irricevibili. "Saranno decise e programmate - annunciano le organizzazioni sindacali - assemblee con i lavoratori e nuove iniziative di mobilitazione".

Lo scontro si è aperto in particolare su due elementi: a parte variabile del salario per i dipendenti assunti da Am Investco (ArcelorMittal-Marcegaglia) e, soprattutto, l'enorme distanza tra la parti sul numero dei lavoratori da assumere nella nuova Ilva. L'azienda che ha rilevato il gruppo siderurgico vorrebbe infatti assumere solo 10 mila lavoratori (che poi scenderebbero ulteriormente entro il 2023), mentre i sindacati Fim, Fiom e Uilm hanno posto dal primo momento come condizione essenziale la permanenza al lavoro di tutti i 14 mila dipendenti.

“Al termine degli incontri abbiamo unitariamente considerato che è ormai esaurita questa fase negoziale – ha spiegato Francesca Re David, segretaria generale della Fiom Cgil, dopo l'ultimo confronto al Mise –. Senza una modifica delle posizioni di ArcelorMittal su occupazione, salari e diritti per i lavoratori, la trattativa non può riprendere. Continuando a pretendere di tagliare salari, lavoro e diritti non si va da nessuna parte”.

Intanto, in occasione del Primo Maggio, la Cgil di Taranto ha espresso la sua posizione sulla vertenza in una nota pubblicata sul portale internet della Camera del lavoro: “È in corso una trattativa al Mise difficile, che ha bisogno di punti di forza e di tempi adeguati per potersi concludere in modo positivo per i lavoratori e per il territorio – si legge –. Al tempo stesso, specie per quanto riguarda le questioni ambientali, abbiamo bisogno di un approccio rigoroso sul piano scientifico, che porti a intese possibili che non possono fare a meno del contributo consapevole dei lavoratori. Perché – conclude la Camera del lavoro –, se si crea un'alleanza forte qui, a partire proprio da loro, possiamo puntare a condizionare nei tempi e nelle modalità un processo che però ha bisogno di intelligenza per essere governato davvero a favore dei tarantini”.