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Il Sole24Ore apre con la Legge di bilancio: “Manovra, già 90 i decreti attuativi”. Il Corriere della sera sceglie invece: “Le Regioni: limiti ai no vax”.  Stesso titolo per il Messaggero: “Le Regioni: limiti per i no vax”, mentre la Repubblica opta per: “Scuola: il ritorno della Dad. La Stampa punta poi su pensioni e fisco: “Patto tra i leader, Di Maio dice no”; mentre il Fatto quotidiano continua ad aprire sull'inchiesta Open: “Renzi vuol trascinare i suoi Pm alla Consulta”. Il Manifesto sceglie infine la drammatica situazione dei migranti al confine con la Polonia: “Cortina di ferro”.

Interviste
Sul Corriere della sera, a pagina 10 appare un'intervista al leghista Riccardo Molinari a firma di Cesare Zapperi. Si parla di pensioni e fisco: “'Bisogna investire su due tre interventi di forte impatto. Non avrebbe senso tagliare un punto alle aliquote Irpef perché non se ne accorgerebbe nessuno. Meglio incidere sulle partite Iva (ampliamento del tetto della Flat tax) e sul taglio del cuneo fiscale'. La Flat tax non piace al Pd. 'Guardi che il regime dei minimi fu introdotto dal Pd guidato da Matteo Renzi. E comunque, si tratta di estendere la platea dei beneficiari. Insieme a questa, si può assestare un discreto taglio al costo del lavoro'. Ha già delineato un'ipotesi di accordo su questi due capisaldi, giusto? 'Sarebbe un buon compromesso'. Al netto delle soluzioni di merito, il tavolo dei leader è stato almeno convocato? 'Non mi pare. Per ora se ne è parlato solo sui giornali. Mi pare che il tempo stringa'. A quel tavolo si parlerà anche del Quirinale? 'Molto difficile, anzi direi che sarebbe caldamente da evitare. Il tema agiterebbe ulteriormente le acque che già non sono tranquille'.”

Sullo stesso tema, sulla Repubblica, a pagina 6, Roberto Mania intervista Marco Tronchetti Provera, amministratore delegato e vicepresidente esecutivo di Pirelli: “Noi abbiamo un tema di produttività di sistema - si legge -. Gli otto miliardi devono essere parte di un progetto che da un lato riduca il peso della pressione fiscale su imprese e lavoro e dall'altro crei le condizioni per aumentare la produttività. Penso alla riforma della giustizia e a quella della pubblica amministrazione. L'altro capitolo non scritto è quello pensioni. Pensa che una forma di flessibilità in uscita, per esempio da 62 anni, possa essere positiva per le imprese o invece finirà solo per aggravare la spesa pubblica? Affinché il sistema pensionistico sia sostenibile deve esserci equilibrio tra i denari che si versano e quelli che vengono erogati, e ognuno deve avere in funzione di quello che ha accantonato. Se non arriviamo a definire questo bilanciamento, prima o poi qualcuno pagherà il conto di questo squilibrio. Fare una battaglia ideologica su temi come questi è irrazionale, non ha senso, anche tenuto conto dell'allungamento delle aspettative di vita”.

Sulla Stampa, a pagina 13, Marco Bresolin pone invece delle domande al commissario europeo al lavoro Nicholas Schmit: “C'è un problema europeo di disallineamento delle competenze - si legge - , più pronunciato in alcuni Paesi. In alcuni settori assistiamo a una carenza di manodopera e si tratta di un problema strutturale. Non lo potremo correggere nel giro di pochi mesi, ma è importante avere politiche del lavoro attive e aumentare gli investimenti nella formazione. Questo spetta alle autorità pubbliche, ma anche alle aziende. L'Ue è pronta a dare un supporto, come del resto succede con gli investimenti previsti dal Pnrr italiano. Si tratta di una questione che va affrontata massicciamente, attivamente e rapidamente. Deve diventare una delle priorità nei prossimi mes ie nei prossimi anni. Il governo ha deciso di mantenere il reddito di cittadinanza, ma con alcuni correttivi, per esempio togliendo il sussidio a chi rifiuta perla seconda volta un'offerta di lavoro: lo strumento funziona? Credo sia uno strumento giusto per combattere la povertà e l'esclusione economica e sociale. La Commissione lo ha sempre difeso e per questo sostengo il governo nella sua decisione di mantenerlo. Ma sono d'accordo nel dire che devono esserci delle condizioni. Bisogna per esempio fare in modo che i beneficiari seguano corsi di formazioni e vadano alla ricerca di un lavoro”.

Editoriali e commenti
Sul Sole24Ore a pagina 15 Alessandro Rosina scrive di transizione ambientale e demografica: “Sempre più condivisa l'idea che non si tratti solo di ridurre l'impatto umano sul clima, ma che si debba passare a un nuovo modello culturale che inglobi, più in generale, il benessere futuro all'interno dei processi decisionali individuali e collettivi di oggi. Questo richiede un'alleanza generazionale più che un conflitto, dato che il concetto di benessere multidimensionale e inclusivo non può che coinvolgere in modo attivo tutte le età e le classi sociali. D'altro lato, i comportamenti individuali dei senior contano e il loro peso sulle scelte collettive è crescente. Questo ha ricadute sul versante elettorale, nelle dinamiche della partecipazione sociale e lavorativa, negli stili di vita in continua evoluzione e nell'orientare i consumi. Non a caso la Commissione europea ribadisce in modo continuo nei suoi documenti le grandi opportunità offerte dalla silver economy. Nel recente Green paper on ageing si afferma che l'economia generata dalla domanda di prodotti e servizi espressa dalle esigenze e preferenze delle persone più mature si espande con un ritmo del 5% annuo. Sempre più ampio e diversificato è anche l'insieme dei settori coinvolti: dal turismo alle smart home che consentono di vivere in abitazioni con maggior efficienza energetica e più sicure, dalla mobilità assistita alla telemedicina e alla robotica, dalla ristorazione sempre più salutare a mirati prodotti assicurativi. Il mercato in crescita dei senior sta attirando sempre più l'attenzione di varie realtà che operano sul mercato, non sempre in modo virtuoso”.

La Repubblica, a pagina 25, ospita poi una lettera a firma di Iva Garibaldi, capo ufficio stampa del ministro Giorgett, che scrive: “Per rispetto dei lavoratori di queste aziende (Acc Wambao di Belluno e Ex Embraco di Riva di Chieri ndr), ai quali abbiamo promesso e dato fin dal primo giorno parole di verità anche scomode, ci sentiamo obbligati a precisare che il cosiddetto progetto Italcomp non è mai stato presentato, nonostante le richieste, come piano concreto a questo ministro dal suo insediamento in avanti. Il 27 luglio scorso Giorgetti denunciava che dal commissario straordinario Castro aveva ricevuto di Italcomp `solo una versione verbale' alla quale `è mai seguito alcun riscontro formale'. In una precedente dichiarazione, scritta in accordo con la stessa Todde, dell'8 luglio giorgetti afferma che `abbiamo esplorato insieme con la viceministra Todde, tutte le possibilità della proposta Italcomp. (..) Purtroppo non ci sono le condizioni per proseguire con esito positivo su questa strada'. Nel desiderio di non lasciare nulla di intentato, l'idea alla base di Italcomp è stata sottoposta anche ai principali istituti finanziari e ad esperti di settore, ma è stato purtroppo unanimemente ritenuto non realistico. Proseguono comunque al Mise senza soste la ricerca di soluzioni alle due crisi industriali come a tutte le altre che presso questo ministero sono affidate alla nuova struttura di crisi che le affronta con metodo scientifico e professionale”.

Il fondo di Avvenire è invece affidato a Leonardo Becchetti, che scrive di transizione energetica: “Abbiamo bisogno ancora di molta innovazione per rendere fattibile la sfida, ma possiamo essere ottimisti che, data l'incredibile velocità di circolazione di conoscenze nella comunità globale, l'innovazione ci sarà soprattutto se sapremo premiarla e incentivarla opportunamente. Scegliendo questa direzione di marcia, una graduale eliminazione dei sussidi ambientalmente dannosi (quasi 19 miliardi di sussidi pubblici che agevolano solo in Italia le fonti fossili) diventa possibile in un quadro di transizione equa che preveda compensazioni e trasformazione dei sussidi ambientalmente dannosi in sussidi ambientalmente favorevoli per tutte le categorie interessate allo sfondo, la grande trattativa irrisolta tra i grandi del pianeta prosegue, ma ha anch'essa bisogno di uno stimolo in più. I "primi della classe" nella lotta all'emergenza climatica come Unione Europea e Stati Unid possono e devono evitare che i loro sforzi siano vanificati dal dumping socio-ambientale di Paesi terzi, introducendo il border adjustment mechanism, ovvero una tassa alla frontiera per prodotti che arrivano da altri paesi da filiere che non rispettano i nostri standard ambientali. Non si tratta, lo ribadiamo ancora una volta, di un dazio odi una misura ostile verso altri perché prodotti green provenienti da quei Paesi non pagherebbero la tassa. Si tratta piuttosto di un provvedimento che va nella direzione giusta e può evitare che la competizione commerciale sia gara al ribasso su diritti e sostenibilità incentivando tutti a procedere nella direzione della transizione ecologica. In questo quadro complesso, le nostre scelte e il nostro voto col portafoglio restano fondamentali”.

Economia, welfare, sindacato
Ampio spazio nei quotidiani di oggi per il dibattito su pensioni e fisco dopo l'incontro tra governo e sindacati di ieri  sera. Sul Sole24Ore, a pagina 3 Giorgio Pogliotti e Marco Rogari scrivono: “È stata giudicata positivamente dai leader sindacali la road map indicata tracciata da Mario Draghi nel corso dell'incontro di ieri a Palazzo Chigi, durato oltre due ore, che ha segnato la ripresa del dialogo dopo l'ultimo teso faccia a faccia prima del varo della manovra. E, secondo quanto riferito dai sindacati, lo stesso Draghi avrebbe risposto «sì, lo farete con me», alla domanda del leader della Uil, Pierpaolo Bombardieri: «Presidente, il tavolo sulle pensioni fino a marzo lo faremo ancora con lei?». Cgil, Cisl e Uil hanno accolto con favore questa tabella di marcia, anche perché prevede un loro immediato e "formale" coinvolgimento su un altro tavolo delicato: quello sul fisco, che si aprirà al Mef per decidere la destinazione degli 8 miliardi del Fondo taglia-tasse inserito nel Ddl di Bilancio, all'esame del Senato (si veda altro articolo a pag. 2). I sindacati dovrebbero essere chiamati a esprimersi sulle ipotesi in campo la prossima settimana. Ma nella riunione di ieri, alla quale hanno partecipato i ministri Daniele Franco (Economia), Andrea Orlando (Lavoro) e Renato Brunetta (Pa), hanno già fatto sapere come la loro priorità rimanga quella di destinare tutte le risorse disponibili all'alleggerimento del carico fiscale su lavoratori e pensionati. Maurizio Landini, Luigi Sbarra e Pierpaolo Bombardieri sanno bene che nella maggioranza non tutti la pensano allo stesso modo, ma hanno colto come un come un segnale importante l'invito di Draghi ad essere parte attiva del confronto sulla riduzione delle tasse, che dovrà trovare uno sbocco rapidamente perché la partita andrà ovviamente chiusa prima dell'approvazione della manovra da parte del Parlamento.

Dello stesso tema si occupa Claudia Voltattorni sul Corriere della sera a pagina 9: “Al centro del discorso gli 8 miliardi di euro destinati al taglio delle tasse. Via l'Irap o taglio dell'Irpef? All'interno della stessa maggioranza le priorità sono diverse. E sarà difficile per il premier trovare la quadra. Per questo Draghi, con il ministro dell'Economia Daniele Franco, intende ascoltare tutti prima di arrivare ad una decisione su come indirizzare quei fondi. E l'incontro di ieri pomeriggio con i sindacati, cui hanno preso parte anche i ministri del Lavoro Andrea Orlando e della Pa Renato Brunetta, va in questa direzione. Dopo circa due ore di riunione, il premier ha aperto al confronto promettendo di portare in Consiglio dei ministri le proposte dei sindacati sulla revisione della legge Fornero. Palazzo Chigi si dice «disponibile ad aprire una discussione sulle pensioni con incontri che verranno fissati già a partire da dicembre». Ma ci saranno anche nuovi tavoli con i ministri per approfondire gli aspetti più controversi della manovra economica, a partire dalla riforma fiscale, il primo già la prossima settimana con i ministri Franco e Orlando sulla modalità di ripartizione degli 8 miliardi”.

Sulla Repubblica ne scrive Valentina Conte a pagina 6: “Nel merito, le posizioni di partenza su un'eventuale revisione della Fornero sono distanti. Il premier punta a «ritornare al contributivo per non pesare sui giovani e garantire una flessibilità sostenibile per i conti pubblici». Tradotto: Opzione Tutti, esci prima ma prendi quanto hai versato, col il ricalcolo contributivo dell'intero assegno. I sindacati chiedono invece uscite dai 62 anni con 20 di contributi e senza ricalcolo o con 41 anni di contributi a prescindere dall'età. Differenze che il confronto di dicembre potrebbe via via smussare. I due tavoli tecnici su fisco e pensioni sono invece più concreti e avranno ricadute sulla manovra da 30 miliardi per il 2022 che ieri è stata illustrata dal ministro dell'Economia Daniele Franco. Ci sono 8 miliardi da usare per tagliare le tasse, ma in manovra non si dice come. «Verificheremo gli orientamenti di sindacati e imprese e poi il governo presenterà questi orientamenti sotto forma di un emendamento al Parlamento», spiega Franco. Netto anche sulle pensioni: Nella legge di Bilancio non ci sono le risorse per una riforma strutturale, ma valuteremo le vostre proposte di modifica”.

Sulla Stampa, invece, a pagina 12 ne scrive Paolo Baroni : “Oltre a questo Landini, Sbarra e Bombardieri hanno chiesto di intensificare la lotta all'evasione, corruzione ed elusione fiscale - si legge -, Con Draghi ed i ministri i leader di Cgil, Cisl e Uil hanno poi sollevato altre questioni urgenti: dal tema della precarizzazione del lavoro alle delocalizzazioni («il decreto si è perso nei corridoi del Mise» si è lamentato Bombardieri), dal problema dei navigator (che a fine anno perderanno il lavoro) a quello della Whirlpool, i cui dipendenti hanno animato un flash mob davanti a palazzo Chigi a vertice in corso. Tutto bene? «Semi chiedete se ho la certezza che otterremmo risultati rispondo di no» ha risposto Landini al termine dell'incontro. «Però non era una cosa scontata la possibilità di avviare un confronto sulla manovra come non lo era farlo sulla riforma Fornero mentre si sta ancor discutendo della legge di bilancio» ha proseguito. A suo parere quello di ieri è stato «un incontro utile, che avvia un percorso. Quanto alle valutazioni, vedremo».”

Il Manifesto, a pagina 3, dà poi notizia della rottura tra sindacati e govenro sulla scuola, con Roberto Ciccarelli: “Dopo le tante, e incaute, parole sulla pioggia di miliardi che pioveranno su una parte dell'edilizia scolastica e solo sugli istituti tecnico-professionali dal forziere del Piano di ripresa e resilienza (Pnrr) ora si scopre che poco sarà riconosciuto dalla legge di bilancio al lavoro di chi la fa e la vive: i docenti e il personale Ata. I sindacati della scuola Flc Cgil, Uil Scuola, Snals-Confsal e Gilda Unams hanno interrotto i rapporti con il governo Draghi e indetto uno stato di agitazione che potrebbe portare anche a uno sciopero della scuola. Anche la Cisl scuola, che non partecipa per ora alla mobilitazione, si è espressa in termini critici sulla mancanza di risorse. Giovedì parteciperà all'incontro convocato dal ministro dell'istruzione Patrizio Bianchi e contesta la riproposizione di una logica di interventi a costo zero.”

Sulla Stampa, a pagina 23, Leonardo Di Palco scrive infine del caso Carrefour: “Sono tanti, 770 in tutta Italia sparsi in 106 punti vendita, i dipendenti di Carrefour coinvolti nella procedura di licenziamento collettivo attivata dalla multinazionale francese della grande distribuzione. «I motivi sono da individuarsi nella grave situazione economico gestionale. Il complessivo calo del fatturato e dei clienti da un lato, e l'incidenza del costo del lavoro dall'altro, hanno determinato una situazione di grave squilibrio che ormai non è più sostenibile e costringe la società ad un intervento strutturale volto a riequilibrare il rapporto tra personale e fatturato» si legge nella nota diffusa dal colosso della Gdo. Una doccia fredda arrivate, peraltro, nel giorno in cui Confesercenti ha lanciato l'allarme sulla ripresa dei consumi, che secondo l'associazione «in Italia sarà più lenta di quella del Pil e a fine 2022 potrebbe non raggiungere i livelli pre-pandemia». Il piano comunicato da Carrefour ai sindacati prevede la dismissione di 106 negozi in nove regioni della rete vendita diretta, di cui 82 Express e 24 Market, con il trasferimento a terzi imprenditori della rete in franchising: Valle d'Aosta, Lombardia, Piemonte, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Lazio, Campania, Sardegna i territori coinvolti”.

Oggi anche Collettiva apre con gli esiti dell'incontro sulle pensioni tra governo e sindacati. Spazio poi all'assemblea nazionale e unitaria di Spi, Fnp e Uilp, allo stato di agitazione nella Scuola, e al flash-mob degli operai della Whirlpool presso Palazzo Chigi, 

L’agenda degli appuntamenti
Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.