Fatta eccezione per il Sole 24 ore che apre con un titolo economico (“Sui conti correnti l’equivalente del Pil”) e una intervista al ministro dell’economia, Roberto Gualtieri: “Subito Industria 4.0 e proroga del Superbonus con fondi Ue”, (Gianni Trovati, p.3), tutti gli altri quotidiani dedicano le loro aperture alla nuova emergenza sanitaria. Guardando le prime pagine di oggi ci si trova di fronte ad un vero e proprio sventagliamento della situazione per Regioni. Il Corriere della Sera: “Si allarga il coprifuoco antivirus”. Per Repubblica, “L’Italia sta chiudendo. Speranza: restate a casa”. Per il torinese La Stampa, “Il Piemonte dimezza lo shopping”, mentre il Fatto Quotidiano ha un piccolo scoop: “Milano doveva andare in lockdown da venerdì”: in uno studio riservato l’allarme rimasto inascoltato del Cts della Regione Lombardia.  Gli ospedali milanesi sono già saturi e cominciano a scaricare i malati in altre province. Per il romano Il Messaggero, sul virus è “carta bianca alle Regioni”. La svolta del governo: sul coprifuoco anti-movida potere ai governatori, la Campania chiude, Roma, stretta a metà: transenne nelle piazze. L’esecutivo pensa al blocco alle 22 se il contagio dovesse salire. Sulla prima pagina del Messaggero la foto del Papa con il patriarca Bartolomeo I e il presidente Mattarella in Campidoglio per la preghiera con i leader religiosi. Con il manifesto si torna alle regioni: “Campania d’allarme”. Il governatore De Luca annuncia il blocco totale delle attività dalle 23 alle 5, ma riapre parzialmente le scuole. Ma l’allarme Covid riguarda tutta l’Italia. Il ministro Speranza: “State a casa il più possibile”. Dai giornali di destra un nuovo attacco al governo. Il Giornale: “Brancolano nel buio”, mentre Libero ironizza sul fantomatico vaccino che dovrebbe essere pronto per dicembre. Su molte prime pagine la notizia del grande successo dell’asta dei titoli della Ue: “Tutti pazzi per il primo Eurobond, richieste per 233 miliardi, offerti 17”, è il titolo del Messaggero. “Debutto record per il bond Sure: la domanda tocca i 233 miliardi” è il titolo del Sole 24 ore.

Le diverse letture dell’emergenza
 Sul Corriere della Sera Antonio Polito sottolinea una differenza rispetto alla prima ondata: in primavera c’eravamo sentiti tutti sulla stessa barca, stavolta abbiamo visto arrivare la tempesta da lontano per mesi e ci siamo finiti lo stesso dentro (editoriale intitolato: “Il calo di fiducia”). Repubblica affida l’editoriale che fa il punto a Stefano Folli: “L’unità nazionale da ritrovare”.  Il Messaggero parla di una “Non scelta di Palazzo Chigi sulle chiusure” con un commento di Mario Ajello. Su La Stampa l’editoriale è firmato da Ugo Magri: “Nessuno si salva da solo”. Il riferimento è molto preciso alle parole del presidente Mattarella che ha attaccato tutti coloro che continuano a infischiarsene dell’interesse generale: nicchie della politica, spicchi delle istituzioni e ambienti dell’economia che non hanno colto fino in fondo la gravità della situazione..Sempre La Stampa propone una intervista al vicepresidente esecutivo della Commissione Europea, Valdis Dombrovskis: “Pronti altri aiuti se non si riparte” (Bresolin a pagina 7). Sul Fatto Quotidiano interviene il direttore Marco Travaglio che prende spunto da una lettera critica di un lettore che lo accusa di apparire come Jekyll e Mr Hyde. E’ vero che ci sono state varie oscillazioni del governo e quindi dei giudizi su di esso, ma Travaglio si dice molto soddisfatto della decisione di Conte di non andare (almeno per ora) al lockdown e al coprifuoco generalizzati. Molto critico, contro il governo, il commento di Marco Bascetta sul manifesto: “Coprifuoco. Così l’impotenza è mascherata dal fermezza”. Tra le interviste da segnalare sul Messaggero (p.6) quella ad Annalisa Malara, l’anestesista che scoprì il Paziente 1: “Rischiamo di trovarci come a marzo”, dice la dottoressa tra i premiati dal presidente Mattarella: “La gente sottovaluta il virus perché non lo ha visto in faccia. E i malati aumentano”. Altra intervista da segnalare è quella al supercommissario Arcuri: “In due mesi raddoppieremo i tamponi” (Federico Fubini sul Corriere della Sera, p. 9). Sempre dal Corriere della Sera segnaliamo l’intervista a Silvio Brusaferro dell’Istituto superiore della Sanità: “Limitiamo la vita sociale e tuteliamo i più fragili. Ancora nulla di inevitabile anche nelle aree più critiche”.  Secondo l’esperto gli effetti delle scelte di oggi si potranno vedere tra 15 giorni. Ma tra qualche settimana le misure potranno diventare più stringenti: oggi siamo al 10% di occupazione dei posti in terapia intensiva, ma il trend è in salita (Margherita De Bac a pagina 5)

Lavoro: si torna a firmare contratti
Il Sole 24 ore dà notizia della firma del contratto per il settore legno arredo. L’intesa è stata raggiunta ieri da Federlegno con i sindacati di settore Fillea Cgil, Filca Cisl e Feneal Ui. Il contratto interessa 150 mila addetti. I sindacati hanno conseguentemente ritirato la dichiarazione di sciopero che era stato indetto per venerdì prossimo, 23 ottobre. Intesa anche nel settore delle penne, spazzole e pennelli con un aumento previsto per i 5 mila addetti del settore di 76 euro (Cristina Casadei a pagina 14). Importante la segnalazione da Repubblica con il pezzo di Marco Patucchi sulla presa sempre più scarsa del presidente di Confindustria, Carlo Bonomi: “Le aziende alimentari rinnovano i contratti anche se Bonomi non vuole” (a pagina 22).Sul manifesto Massimo Franchi parla della mobilitazione delle lavoratrici delle pulizie che protestano per il blocco del contratto multi servizi fermo da 7 anni: “Siamo essenziali, ma ci sfruttano”. Oggi saranno in piazza a Roma. La manifestazione organizzata da Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uil trasporti si terrà nella centralissima piazza Barberini alle 14,30. Ovviamente nel rispetto delle regole Covid: Franchi ci informa che saranno circa 100 le persone autorizzate a prendere parte alla protesta, mentre centinaia di lavoratrici e lavoratori si collegheranno via zoom. Il punto sulla mobilitazione nazionale dei dipendenti multi servizi nel pezzo di Simona Ciaramitaro su Collettiva con un video appello della cantante Fiorella Mannoia:

Tema importante che riguarda il rapporto tra salute e lavoro è quello dell’amianto. Sul giornale della Cisl, Conquiste del Lavoro si rilancia l’allarme di Cgil, Cisl, Uil sull’amianto. “Il tema dell'amianto nel nostro Paese genera ancora evidenti effetti negativi, ambientali e sanitari, per i quali nella manovra occorre stanziare risorse economiche adeguate. Lo affermano Cgil Cisl e Uil, secondo cui sono insufficienti le misure approvate nell'emendamento al Decreto Milleproroghe che mette a disposizione 4 milioni di euro per i malati non professionali di mesotelioma e dei loro eredi, portando da 5.600 euro a 10.000 euro l'entità della prestazione. I segretari confederali Dettori, Colombini e Bocchi, unitamente alle Associazioni per la tutela dei diritti dei malati e familiari da Amianto, sollecitano un incontro con i ministeri del Lavoro e dell'Ambiente e con i capigruppo di Camera e Senato "per domandare che venga inserita nella prossima Legge di Bilancio una norma che preveda la stabilizzazione - o, in alternativa, la proroga - del contributo una tantum a favore dei malati non professionali o ambientali di mesotelioma. Se non sarà inserita una specifica norma che preveda la continuità della prestazione anche per il prossimo triennio, si andrà a cancellare una tutela di alto valore sociale e di concreta solidarietà civile, determinando soprattutto una differenziazione, in negativo, nel riconoscimento dei diritti di questi malati".

Sul lavoro a distanza è già scontro
Sul lavoro a distanza, o lavoro agile ormai chiamato da tutti smart working, la tensione sale in molti settori. In quello pubblico è scontro tra governo e sindacati. Lo conferma Enrico Marro sul Corriere della Sera (p.9): “Scontro tra governo e sindacati sullo smart worldng nella Pubblica amministrazione. Dopo che la ministra Fabiana Dadone ha firmato il decreto che prevede II lavoro da remoto per almeno il 50% del personale, le organizzazioni di categoria di Cgil, Cisl e Uil l'hanno accusata di aver deciso senza un negoziato, consegnando uno strapotere ai dirigenti. E hanno proclamato lo stato di agitazione, anche per protestare contro le risorse ‘insufficienti’ (400 milioni per il 2021, per un totale di 3,8 miliardi) stanziate per i contratti del pubblico impiego,scaduti a fine 2018. Dadone respinge le accuse. Dice che, nell'emergenza attuale, non c'erano le condizioni per una trattativa coni sindacati e che il governo ha fatto il massimo per il rinnovo del contratti.” Nei settori pubblici, oltre allo stato di agitazione promosso dai sindacati contro la linea dell’amministrazione centrale sullo smart working, da registrare anche la tensione delle imprese private contro la pubblica amministrazione: con lo smart working i servizi rischiano di paralizzarsi. Si calcola infatti che circa un milioni di dipendenti pubblici potrebbero lavorare da casa dopo il nuovo Dpcm, ma il 40% di loro non avrebbe accesso a distanza ai documenti necessari per chiudere le pratiche. Accuse molto pesanti dall’Associazione dei costruttori, l’Ance: “Il lockdown – ha detto Gabriele Buia, presidente dei costruttori – ha dato il colpo di grazia ad una pubblica amministrazione largamente inefficiente”. Sempre a proposito di lavoro a distanza e delle trasformazioni in atto nell’organizzazione del lavoro da segnalare sul Sole 24 ore un approfondimento sugli effetti del Covid sull’accelerazione dei processi di automazione del lavoro: sempre più consistente il ricorso ai robot e allo smart working (Gianluca Di Donfranceso a pagina 27).

Rsa, cercasi infermieri disperatamente
Nelle Residenze sanitarie assistite dove vengono ospitati gli anziani è di nuovo emergenza. Oltre alla rapida diffusione del virus in varie grandi strutture (soprattutto in Piemonte e Lombardia) scatta di nuovo il problema della carenza di personale medico e infermieristico. Ne parla oggi tra gli altri sul manifesto Massimo Franchi che cita la presa di posizione della Funzione Pubblica Cgil: “La recrudescenza è dovuta principalmente al fatto che gran parte delle Rsa sono prive di personale medico e infermieristico- spiega Michele Vannini, segretario nazionale della Fp Cgil-. Negli scorsi mesi medici e infermieri che hanno dovuto affrontare la prima ondata a mani nude, senza dispositivi e lasciati allo sbando, hanno giustamente deciso di passare, seppur con contratti a tempo determinato, al settore pubblico”. Oltre alle ragioni di sicurezza, c'è una evidente differenza salariale e di diritti: “Nelle gran parte delle Rsa i contratti sono della cooperazione sociale o del terzo settore, con stipendi del 30% inferiori rispetto alla sanità pubblica, senza contare ferie, malattia e altre voci che nel settore pubblico sono garantiti”. La carenza di medici e infermieri era già nota a marzo. In un report dell'Istituto superiore di sanità (Iss) si avvertiva della necessità «di garantire laddove siano presenti ospiti Covid-19 sospetti o accertati (anche in attesa di trasferimento) la presenza di infermieri sette giorni su sette H24 e supporto medico.

Segnalazioni da Collettiva,it
Dopo i servizi sull'Inca, il patronato Cgil che  festeggia i suoi primi 75 anni, oggi sul sito di Collettiva si fa il punto sul problema della povertà. Una questione grave che sta peggiorando con la pandemia. Ma se aumentano i poveri il paradosso è l'aumento dei ricchi. Roberta Lisi fa parlare su questo don Colmegna. Sulla scuola e gli scontri tra sindacato e gioverno  sulla gestione della pandemia da segnalare un articolo di Stefano Iucci.

L'agenda

Tutti gli appuntamenti del sindacato nell'agenda su Collettiva.it.