Ma lo sai quanto prende una docente in Germania? Un cameriere a Londra? E un ingegnere a Parigi? Chiacchiere da bar, ma neanche poi tanto se hai il conto in rosso e il calendario che non scavalla mai al mese successivo. Ultimi in tutte le classifiche socio-economiche del globo terracqueo, quello dei salari da fame resta un’onta per chi non riesce a mettere insieme il pranzo con la cena, pagare un mutuo e prendersi pure lo sfizio di prenotare una tac prima di schiattare. Aumentare gli stipendi? Tutti d’accordo, ma poi come recita il primo teorema della politica termostatica italiana: il profitto è inversamente proporzionale alla dignità di chi lavora. E dunque: nulla si crea e tutto si distrugge. Ci vorrebbe davvero una sostituzione etnica di tutta quella classe dirigente che ha ridotto il lavoro in merce e i lavoratori in numeri. Lo stato di democrazia di una nazione passa soprattutto dalla capacità di non lasciare ai margini i propri cittadini.