Il Pnrr parla espressamente di una riforma del reclutamento dei docenti da definire entro il 2021. Il tema è urgente e il dibattito nel merito potrebbe rientrare già nella discussione della legge di bilancio 2022, ma per la Flc la "chiamata diretta" da parte delle scuole, di cui si ricomincia a parlare, non è la strada giusta perché si è già dimostrato "il fallimento plateale di questo sistema già sperimentato con la renziana 'buona scuola'".

"Di una semplificazione delle procedure e di formazione continua ha parlato il ministro Bianchi nel discorso di inaugurazione dell'anno scolastico, ma attenzione a non svilire la professionalità docente, come hanno fatto i concorsi a quiz delle discipline Stem", si legge in una nota.

Per la Flc Cgil "i punti fermi della prossima riforma dovranno essere due: innanzitutto la formazione in ingresso, intesa come momento chiave della professione docente, perché quando manca diventa difficilissimo recuperare il gap nella vita professionale successiva. E poi, l’unione di formazione e reclutamento in un unico sistema integrato, con un modello formativo strutturato e costruito in collaborazione tra scuola e università".