"Crediamo non si possa procrastinare una risposta della politica a questi lavoratori”. Sono state chiare, la Cgil e la Fp della Puglia, che sono tornate oggi con una conferenza stampa sulla vertenza che coinvolge gli operatori socio sanitari delle province Bat e Brindisi. Domenico Ficco, segretario generale della Funzione Pubblica pugliese, ha apprezzato l'attenzione e la presenza della Task Force della Regione per l'occupazione, così come della convocazione ufficiale per il 17 febbraio, ma ha chiesto con forza al presidente Emiliano che prenda decisioni sul futuro degli oss che hanno visto scadere al 31 gennaio, senza proroga, i propri contratti di lavoro. Un incontro avvenuto alla presenza di Leo Caroli, a capo dell’organismo della Regione Puglia, e di una delegazione di lavoratori delle Asl di Bat e Brindisi. 
“In questi territori – ha ricordato Ficco – si sono fatte scelte non in linea con le indicazioni del Dipartimento Salute della Regione e non omogene con quanto deciso in altre province, dove sono stati prorogati di due mesi i rapporti di lavoro. Si è scelto di assumere dalla graduatoria del concorsone, fatto per rapporti di lavoro a tempo indeterminato, assumendo invece con contratti a termine. Sommando precariato a precariato”.

“Una vicenda complessa che reclama una risposta e una assunzione di responsabilità politica”, ha sottolineato Pino Gesmundo, segretario generale della Cgil Puglia. “Siamo in una fase di conflitto tra lavoratori che legittimamente ambiscono a un’occupazione. Chi ha lavorato duramente per il servizio pubblico durante i difficili mesi della pandemia, e chi ha vinto un concorso o è stato dichiarato idoneo e ritiene di aver maturato dei diritti. Questo ha prodotto una scelta differenziata di due Asl anche perché c’è una Regione che ha rinunciato a governare in modo omogeneo questo processo. Una linearità avrebbe consentito a tutti di avere contezza dei propri diritti e dei propri doveri”. In un settore, ricorda Gesmundo, “come quello della sanità che in Puglia tra pubblico e privato registra una grave carenza di organici. Allora vanno immaginati percorsi che diano risposte nella massima trasparenza, provando però almeno nel pubblico a porre un freno al lavoro precario. Perché si rischia di determinare ulteriore confusione anche con il prossimo concorso per infermieri, dove c’è una platea che è stata chiamata a lavorare nella fase dell’emergenza sanitaria e dopo rischia di essere messa fuori senza troppe cortesie. Noi continueremo a rappresentare le istanze di tutti i lavoratori e pretendiamo un Governo chiaro dei processi e impegni concreti a difesa dell’occupazione”.

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