Draghi e il perimento della sua maggioranza che sembra aumentare, grazie anche alle parole di Conte. Le speranze per una accelerazione delle politiche che affrontino le emergenze sanitaria, sociale, economica. E il contagio non rallenta più, l’effetto Natale appare finito e mentre riaprono le piste da sci in alcune regioni si pensa a richiudere le scuole

 

Cgil Cisl e Uil a Draghi, pronti al dialogo per affrontare le emergenze. Su Collettiva.it il messaggio dei sindacati al Presidente incaricato

 

Prime pagine

“Spread sotto quota 100 come nel 2015. Conte prepara il sì a Draghi dei 5Stelle”, questa l’apertura de il Sole 24 ore che nel sommario sottolinea: “Mercati ancora euforici: in Piazza Affari +1,65%, differenziale Bund ai minimi. Moral suasion del Quirinale che apprezza le parole favorevoli all’ex premier. Plauso della presidente Ursula Von der Leyen: Straordinario alla guida della Bce”. Mentre angolazione parzialmente diversa quella scelta dal Corriere della Sera: “Cresce il fronte del sì a Draghi”. Simile l’apertura di La Repubblica: “Draghi, il giorno dei sì”. Mentre per il Messaggero: “Più investimenti, meno bonus”. La Stampa sceglie di focalizzare sul premier dimissionario: “Conte apre le porte al governo Draghi”.  Sulla foto notizia d’apertura de il Manifesto campeggia un grande: “C’è la fila”. In contro tendenza il titolo de il Fatto quotidiano: “Governare con lo Psiconano?”

Le interviste

La Stampa e La Repubblica danno la parola a personalità europee per testare il favore nei confronti della scelta del Presidente Mattarella. Il quotidiano torinese, a firma Marco Bresolin, dialoga con la presidente della Commissione Europea Ursula Von der Leyen: che sollecitata su quanto avviene a Roma risponde “Alt. Si tratta di un affare italiano. E come sapete abbiamo una regola d’oro: non commentiamo mai le questioni politiche interne. Posso solo dire che Draghi alla Bce ha svolto un ruolo straordinario e di questo ne sono tutti consapevoli. Non solo in Italia”. E aggiunge: “Da settimane lavoriamo con le autorità italiane e con le parti interessate per sviluppare i dettagli della bozza (del Recovery Plan) e il lavoro è ancora in corso. Lo dico per sottolineare quanto dettagliato sia questo lavoro, visto che si tratta di un ammontare enorme di fondi da spendere in tempo relativamente limitato, in pochi anni. Dobbiamo andare in profondità nei dettagli, definendo obiettivi e tabella di marcia………La cornice del Piano è chiara”. Rispondendo poi sulla lentezza dell’arrivo dei vaccini Von der Leyen dice: “Un singolo Paese può muoversi come un motoscafo, mentre l’Ue è più una petroliera. Ma questa è la nostra forza. Sono profondamente convinta che l’approccio europeo sia quello giusto e comunque abbiamo lavorato molto più rapidamente del solito. E non riesco ad immaginare cosa sarebbe successo se uno due o tre stati avessero avuto accesso al vaccino e gli altri no”.

Anais Ginori per il quotidiano fondato da Eugenio Scalfari ha dialogato con Pierre Moscovici che sostiene: “Nella mia lunga carriera politica ho incontrato raramente una persona di così notevole intelligenza, autorità, visione e carisma. Sarebbe un errore considerare Draghi come un tecnocrate. Padroneggia la tecnica ma ha una visione e conosce la politica…….Potrebbe a certe condizioni essere l’uomo giusto per l’Italia del 2021”. Rispondendo, poi, ad  una domanda sui populismi l’ex commissario europeo dice: “Voglio rendere omaggio a Giuseppe Conte. L’ho conosciuto quando guidava un governo effettivamente populista le discussioni con lui e con l’allora ministro Tria mostravano due uomini isolati in mezzo a un’ondata populista, con tesi che non stavano in piedi, riforme che non lo erano. E poi ho visto la seconda fase di Conte dopo la scelta del M5S di allearsi con il Pd. L’adattabilità del sistema e uno dei punti di forza del vostro Paese. Ho fiducia nel genio politico italiano”. E poi Moscovici aggiunge: “Penso che l’Italia debba essere consapevole che la sua struttura produttiva e il suo dualismo territoriale frenano la crescita. In altre parole, si tratta di affrontare il tema della produttività, degli investimenti, della qualità della spesa pubblica, del sistema fiscale, riducendo le diseguaglianze. L’Italia ha già fatto coraggiose riforme ma deve andare avanti. Anche in questo caso, avere un leader come Draghi aiuterà perché è un simbolo e una garanzia per gli europei”.

Sempre su La Stampa, ascolta da Giuseppe Bottero, parla la segretaria della Cisl Annamaria Furlan: “A Draghi dico: incontriamoci subito. insieme agli altri sindacati, vogliamo illustrare le nostre preoccupazioni, le nostre proposte e dare un contributo positivo alla crescita. Ci sono alcune questioni che hanno bisogno di un intervento immediato, a partire dal rinnovo del blocco dei licenziamenti e della Cassa Covid….La riforma degli ammortizzatori sociali è ferma e mancano le politiche attive”. Alla domanda se il blocco dei licenziamenti sarà selettivo, risponde: “Non condividiamo questa idea. Il problema non riguarda solo alcuni settori particolarmente toccati dalla pandemia. Una parte del manifatturiero, soprattutto piccole aziende, lavora quasi esclusivamente per le imprese del terziario ed è altrettanto in crisi”. Abbandonare quota 100? Per Furlan: “Va riformata la previdenza. Noi da tempo chiediamo di aprire un confronto. È ovvio che la questione non può essere isolata dal resto, se rivediamo il sistema, se creiamo condizioni di flessibilità in uscita che tengano conto del fatto che tutti i lavori non sono gravosi allo stesso modo, possiamo anche trovare soluzioni alternative a quota 100. Ma finché non succede è uno dei pochi strumenti a garantire flessibilità”. E poi sul Recovery afferma “serve un serio confronto con il governo…” Infine sul reddito di cittadinanza: “…è stato uno strumento importante, ha creato condizioni di uscita dalla povertà assoluta per tante famiglie. Così come è impostato, però, non risolve la questione occupazionale”.

Il titolo dell’intervista a Maria Cecilia Guerra, economista e sottosegretaria uscente al Mise, di Massimo Franchi il su il Manifesto è netto: “Draghi non è Monti, la sua linea dipenderà da chi lo appoggia” e la professoressa aggiunge: “Rispetto al 2011 la situazione è molto diversa. Siamo di fronte ad un governo nemmeno sfiduciato dalle camere,  che aveva affrontato bene la pandemia e stava affrontando il Recovery Plan e che è stato abbattuto per ragioni politiche dall’interno della stessa maggioranza” e rispondendo alle perplessità di Franchi su Draghi, afferma: “La premessa essenziale è che la soluzione dei problemi affidati ad una sola persona non ha senso: Draghi ha tutte le competenze che gli si riconoscono ma potrà fare cose positive o meno rispetto alla maggioranza che lo appoggerà. Ciò che deve rassicurare e che non sono all’orizzonte politiche di austerità…….Da economista credo che in questa fase anche gli economisti che hanno rappresentato l’ortodossia neo liberista negli anni scorsi sono abbastanza concordi nell’insistere sugli investimenti e che il tema dell’austerità e del controllo dei conti pubblici nessuno lo sostenga. Nemmeno i governi di destra. Siamo in un contesto facilitato anche dal fatto che l’inflazione – che per un banchiere è importante controllare – non è neanche all’orizzonte. I temi che possono differenziare i governi sono ad esempio quelli dei licenziamenti, dell’uguaglianza, della lotta alla povertà”.   Favorevolmente colpiti sia Franchi che la Guerra dell’apertura di Draghi verso i sindacati e la professoressa sottolinea: “È stato un riferimento anche inaspettato che i sindacati hanno fatto bene ad evidenziare. Al momento è importante dal punto di vista metodologico, in passato abbiamo avuto governi che hanno puntato sulla disintermediazione…..chi ascolterei io è chiaro, ma in questo momento vanno ascoltate anche le imprese. Considero molto importante concordare sul fatto che la ripresa debba poggiare non solo sul livello quantitativo dell’occupazione ma sull’aspetto qualitativo che va discusso non solo con Confindustria ma con le piccole imprese- ReteImprese….”.

Da segnalare le interviste ad esponenti di partito: Nicola Zingaretti su La Stampa: “Con M5S e Leu un esecutivo forte”. Luca Zaia sul Corriere della Sera: “Pronti al confronto, Salvini si muoverà con senso di responsabilità”. Giovanni Toti sul Secolo XIX: “Noi ci siamo il Centrodestra non perda l’occasione”.

Editoriali e commenti

L’Avvenire, a pag. 3, pubblica un appello di oltre un centinaio di economisti europei per la cancellazione del debito degli Stati in carico alla Bce, a condizione che le risorse liberate sia trasformate in investimenti pubblici per la ricostruzione ecologica e sociale.

Josep Borrell, Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri e vice presidente della Commissione, e Werner Hoyer, presidente della Banca europea per gli investimenti, firmano su il Sole 24 ore una riflessione dal titolo: “Il peso economico e diplomatico della Ue al servizio dell’ambiente” e affermano tra l’altro: “l’Europa dovrà mettere il proprio peso economico e diplomatico al servizio della causa ambientale e diventare una potenza globale nella diplomazia del clima. Dobbiamo combinare i nostri sforzi per il clima con la realpolitik, riconoscere il nesso incontrovertibile fra innovazione e sviluppo”.

Come è ovvio tutti i quotidiani ospitano riflessioni sulla situazione politica italiana, dice Massimo Franchi sul Corriere della Sera: “A piccoli passi sta prendendo corpo qualcosa che somiglia a una tregua: una sorta di guardinga sospensione delle ostilità, in nome dell’emergenza da Covid e dell’esigenza di distribuire nel modo più efficace e condiviso i soldi europei. Mentre su La Repubblica Michele Ainis afferma: “Fra il si e il no, la politica italiana propende quasi sempre per il nì. Sicché rinvia ogni scelta al dopo, celebrando l’arte democristiana del rinvio. Oppure timbra decisioni finte, mascherate. Scrivendo leggi incomprensibili, che trasferisce la vera decisione al giudice chiamato ad applicarle. Promettendo riforme che in realtà sono altrettanti corpi senza gambe, finché restano orfane dei decreti d’attuazione…. Sennonché la debolezza cronica dei nostri partiti può oggi può diventare una forza, può convertirsi in vitamine del governo Draghi…..” E Nel suo taccuino della crisi, Marcello Sorgi dalle colonne de La Stampa afferma che “Draghi ha in tasca la maggioranza Ursula evocata tante volte, dopo che aveva contribuito alla elezione della Von der Leyen a presidente della Commissione Europea, e improvvisamente materializzatasi ieri”.
Voce fuori dal coro quella del sociologo Domenico De Masi che su il Fatto quotidiano firma un pezzo dal titolo: “Con Draghi al governo diremo addio al welfare”.

Economia lavoro e sindacato

Secondo il Manifesto (pag. 5) “Non sono bastati tre giorni: il contratto dei metalmeccanici slitta. Le tre giornate di rush finale si dovevano chiudere ieri andranno avanti oggi: l’accordo che sembrava a portata di mano è di fatto slittato. La questione salario continua a dividere le parti che al momento restano distanti”. Su il Sole 24 ore Giorgio Pogliotti da conto del fatto che: “In serata Francesca Re David leader della Fiom spiegava che: la trattativa ha prodotto importanti passi avanti sulla parte normativa del contratto nazionale, mentre non è ancora entrata nel vivo la trattativa sul salario, il cardine di questo rinnovo contrattuale. Stiamo discutendo del cuore del contratto dei metalmeccanici: salario e inquadramento”.

Dalla meccanica alle consegne, Valentina Conte a pag. 24 de La Repubblica dà la notizia de: “La svolta di Jost Eat. I suoi tremila rider saranno dipendenti” e riporta il commento della Cgil: “Una rivoluzione? Sicuro. Dal cottimo alla paga oraria, più bonus consegne, ferie, malattia, festivi, straordinari, maternità, notturni, assicurazione, dispositivi di protezione. Però Just Eat ha scelto di inserire in un regolamento aziendale il livello retributivo più basso che ha trovato 7,5, euro lordi l’ora, quello multiservizi, senza applicare nessun contratto nazionale. Dovrebbe farlo. E quello della logistica prevede 13 euro lordi l’ora”.

In apertura si Collettiva.it le storie delle fabbriche salvate

Workers buyout, quando l’impresa è bene comune di Fabrizio Ricci
Le ceramiche siamo noi di Fabbrizio Ricci
Istruzioni per l’uso di Fabrizio Ricci e Massimiliano Acerra

A pagina 2 de La Stampa Luca Monticelli pubblica in dossier sul Reddito di cittadinanza, secondo Pasquale Tridico, presidente dell’Inps: Soprattutto nella fase Covid ha agito come sostegno al reddito per milioni di persone. In questo momento le politiche dovrebbero concentrarsi anche sulla domanda di lavoro”.

Il Sole 24 ore riporta a firma Gianni Trovati (pag.3) la nota congiunturale dell’Ufficio parlamentare di bilancio, non sono buone notizie: “La previsione è due punti sotto la stima contenuta nell’aggiornamento del Def. Una ripresa più modesta di quella sperata in autunno rischia di allungare i tempi del recupero dei livelli pre crisi”.

Secondo Lorenzo Salvia del Corriere della Sera: “Produrre in Italia Pfizer e Moderna. Individuati due stabilimenti”. A fronte di questa speranza sul fronte vaccini, quello della pandemia non volge al bello. Su La Repubblica  si da conto del fatto che “Superati i 90 mila morti, allarme per le varianti. Contagi su in 11 regioni, Campania e Calabria valutano se chiudere le scuole. Bolzano si sposta in fascia rossa per tre settimane”. E Francesco Grignetti su La Stampa riporta le valutazione di Nino Cartabellotta (Fondazione Gimbe”: Attenzione alta sulle nuove varianti. Finiti gli effetti positivi del blocco di Natale”.

L’Agenda degli appuntamenti

Per il quadro completo di tutti gli appuntamenti Cgil, vedi l’agenda di Collettiva.