Tra pochi giorni, il primo dicembre, i cittadini del comune di Venezia potranno esprimersi sul quesito referendario per la separazione di Venezia da Mestre per la quinta volta negli ultimi venti anni. Cgil,  Cisl e Uil di Venezia, "oggi come allora, esprimono forte contrarietà alla separazione delle due realtà che - pur con le loro profonde differenze - contengono elementi di complementarità, la cui unione, se ben governati, renderanno più forte il territorio di fronte alle sfide che dovrà affrontare".

I sindacati quindi proseguono: "È fuorviante, infatti, che la discussione, così appassionante in questi giorni, ruoti intorno a chi, tra Venezia e Mestre, abbia più a guadagnarci o a perderci dalla separazione ovvero quali siano i vantaggi o gli svantaggi nell’immediato. Sviluppo economico, rilancio delle attività manifatturiere, bonifica delle zone industriali, destino della portualità commerciale e crocieristica sono solo alcune delle sfide che il territorio ha nel suo futuro prossimo, e che coinvolgono sia l'area lagunare sia quella di terraferma senza soluzione di continuità".

"Le scelte e le soluzioni che si dovranno assumere su questi temi, pur avendo conseguenze sulla vita dei cittadini, non sono in questi casi nel diretto potere decisionale del Comune, unito o separato che sia; tuttavia, solo una città unita potrà avere il peso e la forza per condizionare i centri decisionali nazionali, regionali e finanziari su scelte che rispondano alle esigenze e alle aspettative del territorio veneziano e mestrino nel suo complesso".

Le attività e i flussi turistici, che ormai non coinvolgono più solo il territorio lagunare ma anche quello di terraferma con ricadute pesanti sulla abitabilità, residenzialità, viabilità di entrambe le realtà, necessitano di una gestione condivisa del territorio che due comuni divisi non potrebbero realizzare. "Strutture, infrastrutture, aeroporto e sistema dei trasporti sono elementi importanti per la vita sociale ed economica e hanno una dimensione almeno di Città Metropolitana: appare, quindi, quanto meno anacronistico un quesito che, invece di rafforzare la capacità di gestire rischia di frantumare processi decisionali di per sé già complessi con ricadute negative su lavoratori e cittadini. Ripopolare il centro storico, rivitalizzare quello di Mestre, garantire servizi di qualità ai cittadini a costi sopportabili sarà possibile solo grazie ad una progettazione condivisa e alla massa critica finanziaria che né Venezia né Mestre autonomamente saranno in grado di garantire". Le sigle "ribadiscono la propria contrarietà alla divisione del territorio comunale".