“Dalla terra al mare, da un omicidio razziale per ragioni di classe ai porti vietati a centinaia di persone per motivi razzisti. Le ultime cronache italiane mettono ancora al centro della nostra attenzione il nodo dell'immigrazione. Ma il problema non sono le persone in fuga, in cerca d'accoglienza o di un lavoro dignitoso, il problema siamo ‘noi’, le nostre chiusure e le nostre disumane miopie”. Lo scrive in una nota la Fiom Cgil nazionale.

Sacko Soumaila, il sindacalista dell'Usb, “aveva 29 anni – prosegue la nota – ed è stato ucciso in Calabria perché si batteva per dare dignità e diritti a lavoratori immigrati ridotti a stato servile per garantire i ‘nostri’ consumi. La nave Acquarius con 600 persone a bordo è bloccata in mezzo al mare dal ministro Salvini, impegnato anche nel respingimento preventivo della Sea Watch 3, che vuole dar corso alle sue promesse elettorali per difendere quelli che secondo lui sarebbero gli interessi del ‘nostro’ Paese”.

La Fiom considera “inaccettabile tutto questo, la violenza contro i migranti, i loro soccorritori, i loro rappresentanti sul posto di lavoro, la demagogia con cui si vuole spiegare le paure finendo per giustificare il razzismo, contro cui s'impegna in una campagna che - e a partire dai posti di lavoro, ne estirpi cause e radici e annuncia che sarà al fianco e aiuterà politicamente e materialmente tutti coloro che praticano l'accoglienza sul nostro territorio, dalle ong impegnate nel Mediterraneo alle associazioni di volontariato ai sindaci e alle autorità locali”.