Un impegno di spesa di circa 150 milioni previsto nella legge di bilancio 2018 che si tradurrebbe in soltanto 3.530 posti aggiuntivi nell’organico di diritto della scuola, con un costo, quindi, di circa 42.500 euro per ogni posto già coperto da supplenti fino al 30 giugno. Questi conti li ha fatti il Mef (Ministero dell'economia e e delle finanze), ma, secondo la Flc Cgil, non tornano. "In realtà - osserva il segretario generale Francesco Sinopoli - per 3.530 posti basterebbero solo 30 milioni, visto che che con 52 milioni di finanziamento della legge 107/15 furono immessi in ruolo in posti già coperti da supplenti al 30 giugno ben 7.797 docenti”. 

L'errore quindi parrebbe evidente e non di poco conto. “Per prima cosa - continua Sinopoli - chiediamo il ricalcolo di questi costi e la conseguente conversione in organico di diritto di ulteriori 15.000 posti sottratti alla scuola. E comunque - continua - questo non basta, occorre cambiare direzione, partendo da un progetto nazionale per la scuola che ne rimetta al centro la missione costituzionale che è quella di superare le diseguaglianze e non di moltiplicarle”.

E invece - denuncia la Flc Cgil - i divari crescono, in particolare tra nord e sud, tra il centro e la periferia delle grandi città. "Per far sì che nessuno resti indietro - aggiunge Sinopoli - bisogna aumentare il tempo scuola e costruire le condizioni affinché in tutto il territorio nazionale siano garantite le stesse opportunità e gli stessi diritti. È indispensabile investire sulla scuola dell’infanzia, sull’educazione degli adulti, sul personale ATA, su tutti i principali strumenti che consentono di realizzare processi di inclusione e integrazione. E per farlo servono innanzitutto organici adeguati".

Secondo il segretario Flc la situazione attuale va invece nella direzione opposta, perché si taglia invece di investire. "Inaccettabile soprattutto che vengano tagliati posti al sud - insiste - Non solo non si aumenta il tempo scuola ma si mette a rischio la continuità didattica e nello stesso tempo si riduce la possibilità per molti docenti di avvicinarsi a casa”.

“Lo abbiamo detto tante volte e lo ribadiamo - conclude Sinopoli - per combattere la dispersione scolastica e gli abbandoni è indispensabile la realizzazione del tempo pieno nelle regioni del sud e la generalizzazione della scuola dell’infanzia. Serve quindi un investimento straordinario da subito che contrasti lo spopolamento delle regioni del mezzogiorno e delle aree interne. Senza organici adeguati si pongono in un’assurda competizione territorio con territorio e ordine di scuola con ordine di scuola, per dividere risorse assolutamente inadeguate. Senza un incremento degli organici al nord si mettono a rischio le funzioni fondamentali della scuola e al sud si asseconda lo spopolamento del mezzogiorno e delle aree interne e si indeboliscono ancora di più territori resi ancora più fragili dalla crisi economica". Insomma, la Flc Cgil ne è convinta: serve un progetto nazionale per la scuola italiana che ne rilanci la sua missione costituzionale.