“La nostra isola è sempre stata e rimane la terra che accoglie la maggior parte dei migranti, pur avendo trattato l’Italia la questione in modo sbagliato, con leggi ingiuste come la Bossi-Fini. Questo ha complicato ancor di più una situazione grave di per sé, con sbarchi continui e morti continue”. Così Michele Pagliaro, segretario generale Cgil Sicilia ai microfoni di RadioArticolo1.

 

“Il Mediterraneo è diventato il mare della morte: nell’ultimo week-end si parla di altre 200 vittime, mentre dall’inizio dell’anno siamo già a oltre 43 mila sbarchi, +38% rispetto al 2016, quando si toccarono i 181.000 arrivi di rifugiati – ha osservato il dirigente sindacale –. Sono numeri che dovrebbero far riflettere l’Unione europea sul fatto che bisogna cambiare approccio al problema, cominciando a rivedere le politiche economiche e mettendo in campo nuove soluzioni".

Per il sindacalista siciliano "si continua a parlare d’immigrazione come di un fatto straordinario, ma la straordinarietà non esiste più e il fenomeno, in continuo aumento, non può essere abbandonato a se stesso. Per certi aspetti, anche nella vicenda siriana è stato fatto questo, e se non si attivano quanto prima i corridoi umanitari, la situazione è destinata all’implosione”.

“La grande contraddizione che viviamo oggi ha alla base un ragionamento sbagliato. Da un lato, una parte sempre più consistente di persone nel mondo vive il disagio della guerra, della fame, della sete, dei mutamenti climatici. Dall’altro lato, in virtù del nostro ordinamento, perseguiamo i migranti in base al reato d’immigrazione clandestina, cioè loro scappano e noi li accogliamo come se fossero criminali".

Per Pagliaro, "alcuni esponenti delle stesse Ong, del volontariato, del terzo settore, sono oggi messi sotto accusa per favoreggiamento. Io confido nel lavoro della magistratura, perché è giusto che laddove vi siano state delle anomalie si riesca nel più breve tempo possibile a punire le persone che lucrano sulla disperazione degli altri o che agiscono in modo poco corretto e trasparente. Però, evitiamo di buttare l’acqua sporca con tutto il bambino. La nostra preoccupazione è che si getti discredito sull’intero sistema dell’accoglienza per cercare di limitare ancora di più gli arrivi nel nostro Paese, sapendo che ciò significherà un incremento delle vittime del mare”, ha rilevato ancora il sindacalista.

Il numero della Cgil siciliana si è poi soffermato sulla situazione in cui versa la Sicilia. “Viviamo una condizione di disagio economico, con un tasso di disoccupazione giovanile attorno al 60%, con il Pil pro capite più basso d’Italia, con un gap infrastrutturale enorme rispetto al Nord. Tutto ciò è figlio di una questione meridionale mai risolta. Ma ci sono anche esperienze positive: come l’agricoltura di qualità, le start up improntate alle nuove tecnologie, anche se la crisi ha cancellato il lavoro tradizionale e il nuovo avanza con difficoltà, non avendo ancora le dimensioni tali da sostituire il vecchio".

"Ciò innesca nuova emigrazione da parte dei giovani. Di contro, i migranti che arrivano nei Cara - penso a quello di Mineo -, vanno a finire nelle mani dei caporali e dell’illegalità, nella più totale indifferenza delle istituzioni. Tutto questo deve cambiare, perchè sono sistemi che non fanno bene né al migrante né alla sua dignità e nemmeno al nostro territorio. Ripeto, il fenomeno dell’immigrazione non può più essere affrontato impegnando solo una parte del Paese, ma va discusso e risolto a livello europeo”, ha concluso l’esponente Cgil.