“Serve una banca al servizio del paese e chiunque parli di licenziamenti o di uscite coercitive del personale dal nostro settore troverà la nostra contrarietà, la nostra opposizione, la mobilitazione di tutto il sindacato”. Così il segretario generale della Fisac, Agostino Megale, replica al direttore generale di Banca d'Italia, Salvatore Rossi, aggiungendo che: “indubbiamente serve una banca moderna e innovativa, come ricorda oggi Rossi, ma ancor di più serve non scambiare la vera difficoltà, il vero problema del settore, che si chiama sofferenze bancarie, scaricandolo disinvoltamente come un problema occupazionale”.

Per il dirigente sindacale, “la vera risposta che il governo deve dare alla questione bancaria è quella di dare una soluzione strutturale al problema delle sofferenze, mentre per quanto riguarda l'occupazione, dopo aver fatto un intervento praticamente inutile come quello sui sette anni del fondo, oggi deve trovare risorse pubbliche, non chiacchiere, da prevedere in legge di Stabilità”. Risorse che, aggiunge, “possano contribuire al finanziamento del fondo di sostegno al reddito e all'occupazione, sia nella parte ordinaria che nella parte straordinaria con gli esodi volontari”.

Il leader Fisac, poi, ricorda che “sin qui il fondo non ha mai ricevuto un euro di contribuzione pubblica e oggi, per poter affrontare compiutamente, a partire dalle sette, otto banche in difficoltà, questo intervento sarebbe invece utile e necessario. In ogni caso ricordo ancora al direttore di Bankitalia che non avendo mai posto ostacoli a fusioni e aggregazioni delle banche, queste, per recuperare il fisico agile di cui parla, richiedono anche un ruolo di Banca d'Italia nei confronti della Bce più forte e più determinato, a partire dal fatto che negli stress test dovrebbero pesare di più i derivati, almeno quanto le sofferenze”.