"Se il Ttip saltasse, come paventa il ministro dello Sviluppo economico, Calenda, non ci stracceremmo certo le vesti. Considerando il modo in cui se ne sta discutendo, senza partecipazione dei cittadini e in un contesto di deficit democratico, e i contenuti che si conoscono, specialmente su agricoltura e sicurezza alimentare oltre che sulle pretese delle multinazionali, è bene che il negoziato sia interrotto". Così Fausto Durante, responsabile Politiche europee e internazionali della Cgil nazionale, a margine del convegno 'Il Trattato commerciale Ue-Usa (Ttip): preoccupazioni e proposte di parti sociali e imprese', tenutosi oggi alla Camera dei deputati.

"Le logiche prevalenti sul commercio internazionale devono essere cambiate – sostiene il dirigente sindacale –, per tornare a un'idea di crescita solidale e sostenibile di tutte le aree del mondo, in un quadro di diritti e di nuove opportunità per quelle meno sviluppate e di superamento di squilibri e disuguaglianze. Il Ttip non ha tale ambizione e tende, anzi, a riprodurre l'impianto d'ispirazione neoliberista, che ha già prodotto tante conseguenze negative per l'economia su scala globale".

"Servono, invece, trattati commerciali che portino vantaggi per i cittadini, per i consumatori e per i lavoratori, ispirati da una cultura e da una volontà politica opposte a quelle che influenzano il negoziato in corso. Perciò, e su questo abbiamo opinioni convergenti con il sindacato degli Usa – conclude l'esponente Cgil –, il Ttip va fermato".