Una carenza di almeno 20mila lavoratori, insieme ad un deficit di nidi pari almeno a 1.700 unità. Sono questi i numeri da colmare per raggiungere il livello previsto dalla (passata) strategia di Lisbona e garantire così il diritto all'asilo a ulteriori 100 mila tra bambine e bambini e raggiungere, quindi, il livello di 33 posti disponibili ogni 100 bambini. Numeri che delineano l'arretramento dei servizi educativi (e non solo) resi ai bambini nella fascia di età tra 0 e 6 anni e che chiamano in causa per un verso l'offerta, insufficiente rispetto agli standard necessari, per l'altro le politiche del lavoro messe in campo negli ultimi anni. Ragione per la quale oggi (giovedì 19 maggio) è in programma una manifestazione nazionale a Roma, indetta da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, dietro le parole 'Diritto all'educazione - Tutelare e valorizzare le lavoratrici e i lavoratori di asili nido e scuole dell'infanzia'.

Al momento, fanno sapere i sindacati di categoria di Cgil, Cisl e Uil, tra strutture a titolarità pubblica (3.656) e quelle a titolarità privata (5.214), le 8.870 strutture totali sono sufficienti a coprire un fabbisogno pari appena al 17,9% del totale, corrispondente a 289.851 bambine e bambini. Ben lontani dal 33% previsto dalla strategia di Lisbona. Rimangono così esclusi dal 'diritto di asilo', secondo una stima dei sindacati, oltre 900 mila bambini compresi nella fascia tra sei mesi e due anni. Esclusione dettata da ragioni diverse: in parte, osservano, “per scelta delle famiglie ma, per la gran parte, per l'impossibilità di potervi accedere a causa di una scarsa offerta pubblica e un’esosa offerta privata”.

Anche in ragione di questi numeri oggi a Montecitorio, a partire dalle ore 15, le lavoratrici e i lavoratori del settore scenderanno in piazza a tutela di un settore che vive “una situazione drammatica e per rivendicare il rinnovo del contratto nazionale - nell'ambito della mobilitazione che i sindacati stanno promuovendo per il rinnovo dei contratti pubblici - e lo sblocco della contrattazione integrativa, per riaprire il turn over superando le sacche di precariato, per costruire un sistema educativo integrato da 0 a 6 anni, per dare risorse e aprire nuove strutture dove non sono sufficienti o dove non esistono, per impedire lo smantellamento dei servizi pubblici, per garantire la parità di trattamento a parità di prestazioni”, concludono Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl.