Un decreto sbagliato, che va ritirato subito. È netto il giudizio di Massimo Cozza, segretario generale della Fp Cgil Medici, sul provvedimento sull’appropriatezza di 208 esami e prestazioni cliniche presentato dal governo. “È sbagliata la norma complessiva, ossia quel decreto legge 78 sugli enti locali, che ha introdotto tagli di 2,35 miliardi alla sanità. Il giusto discorso sull'appropriatezza delle prescrizioni è stato inserito in una logica di tagli e non di spesa virtuosa” spiega in un’intervista apparsa oggi (martedì 6 ottobre) sull’inserto sanità del Sole 24 Ore.

Un altro errore individuato da Cozza è quello relativo alle sanzioni per i medici. “Qualora il medico non seguisse i criteri previsti dal decreto è chiamato dalla Asl a dare spiegazioni: se non saranno accettate ci sarà una decurtazione della retribuzione” illustra il segretario generale della Fp Cgil Medici: “Le disposizioni, inoltre, attribuiscono al direttore generale l'onere dei controlli: se questi non ci saranno, ne risentirà la sua valutazione. Il medico subisce quindi un condizionamento forte a rispettare il decreto perché tutte le volte che si asterrà – senza considerare la storia del paziente, l'anamnesi, la complessità clinica e diagnostica - si troverà a risponderne”.

Per Cozza il “problema dell'inappropriatezza esiste”, ma va affrontato “mettendo in condizione la Asl di chiamare a dare spiegazioni solo il medico che supera i ‘range di norma’ in maniera lampante e continuativa”. Occorre quindi introdurre “percorsi condivisi, seguendo uno schema meritocratico e non sanzionatorio”. Bisognerebbe invertire il presupposto, continua Cozza, e “premiare chi raggiunge obiettivi più che soddisfacenti in appropriatezza prescrittiva”.

L’esponente sindacale contesta anche i dati recentemente presentati dal presidente del Consiglio Renzi, dove afferma che il Fondo sanitario nazionale crescerà a 111 miliardi nel 2016. “Secondo il premier il Fondo è destinato ad aumentare rispetto ai 109,7 miliardi del 2015, ma in realtà è in netto calo, perché il Patto sulla salute ne prevedeva 115,444 per il 2016” spiega. “Anche considerando – continua Cozza – la decurtazione prevista di 2,3 miliardi, il Fondo dovrebbe contare su risorse superiori a 113,14 miliardi. Sotto questa cifra sono a rischio i livelli di assistenza, come hanno ribadito pochi giorni fa lo stesso ministro della Salute e la Corte dei Conti”.