"Se, come è vero, il Fondo Sanitario Nazionale è sottofinanziato di almeno 18 miliardi rispetto alla media Ocse e di 30 rispetto a Francia e Germania, e se ha subito tagli per oltre 23 miliardi nel solo periodo 2012-2014, l'ulteriore taglio di 2,5 miliardi previsto per l'anno in corso dalla legge di stabilità e accettato dalle Regioni, non può essere considerato un piccolo aggiustamento 'congiunturale': è un altro grave colpo alla tenuta e all'efficacia del servizio sanitario". Così Vera Lamonica, segretaria confederale della Cgil, commenta quanto emerso dalla seduta odierna della Conferenza delle Regioni, in cui i governatori hanno affrontato anche il nodo dei tagli alla sanità.

"Le Regioni - continua Lamonica - stanno discutendo in assoluta autoreferenzialità di come realizzare questi tagli, senza alcun confronto e senza rendere esplicito come sia possibile che un intervento simile non determini ricadute pesanti sui servizi e sulle prestazioni".

La dirigente sindacale lancia l'allarme: "il Patto per la Salute, così come i nuovi Livelli Essenziali di Assistenza, rischia ormai di non vedere la luce, e proprio nelle parti che prevedevano la riorganizzazione e il rilancio del sistema sanitario".

"Tutto ciò accade mentre crescono le difficoltà di accesso dei cittadini - prosegue la segretaria - e aumenta il numero di coloro che, per effetto di ticket e liste d'attesa, rinunciano a curarsi". Lamonica denuncia poi la situazione critica che vivono i lavoratori del settore, "sempre più stressati da mancato turn over, dall'assenza di contratto, da carichi di lavoro eccessivi e dalla precarietà".

"E' un bene - conclude - che le Regioni si battano per confermare il finanziamento al Fondo previsto per il 2016, ci auguriamo lo facciano davvero".