“Una nuova e pesantissima mazzata alla sanità con la riduzione di un ulteriore miliardo di finanziamento e che si somma ai 24 miliardi che vengono tagliati nel triennio 2012-2014 per effetto delle passate manovre”. E' quanto denuncia la Cgil in merito a quanto previsto dalla legge di stabilità approvata dal Consiglio dei ministri sul capitolo sanità.

“Ancora una volta per fare cassa si colpiscono i diritti dei cittadini, a partire dalle persone che hanno bisogno di curarsi”, affermano il segretario confederale della Cgil, Vera Lamonica, e il responsabile Politiche della salute per il sindacato, Stefano Cecconi, sostenendo che: “Invece di combattere sprechi e spese inutili,  viene ulteriormente ridotto di un miliardo il finanziamento per il Servizio sanitario nazionale. In piena crisi si decidono ancora tagli lineari su beni e servizi, che mettono in crisi le aziende fornitrici, e quindi salario, condizioni e posti di lavoro, in settori già poco protetti”.

In tre anni, ricordano i due dirigenti sindacali, “vengono tagliate le risorse, quasi 24 miliardi, per assicurare prestazioni sanitarie essenziali (ricoveri, visite, esami, ecc), mentre continuano ad aumentare i ticket a carico dei cittadini. La situazione non è più sostenibile - proseguono -, i continui tagli ai servizi spingono il sistema sanitario verso una privatizzazione che pagheranno duramente tutti i cittadini, e in particolare lavoratori e pensionati”.

Contro quella che definiscono una vera e propria “aggressione al diritto alla salute e alle cure bisogna reagire: un’importante occasione è la manifestazione del 27 ottobre prossimo a Roma, intitolata “Diritto alla cura, diritto a curare: per un servizio sanitario pubblico e nazionale”, promossa, tra gli altri, anche dalla Fp Cgil medici”, concludono Lamonica e Cecconi.