Il giudizio sul decreto di riordino della Croce Rossa Italiana resta decisamente negativo e i sindacati proclamano lo stato di agitazione di tutto il personale. Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Pa alzano il livello della mobilitazione e chiedono modifiche sostanziali ad un provvedimento che oltre a comportare la privatizzazione dell’ente, che dal 1° gennaio 2014 diventerebbe un’associazione privata, mette a rischio i servizi alla collettività e 4.000 posti di lavoro.

“E’ impensabile ridimensionare la Cri proprio nel momento in cui sta dimostrando di essere insostituibile. Siamo in piena emergenza terremoto, il personale della Croce rossa è sul territorio e sta dando il massimo per portare soccorso alle popolazioni colpite dal sisma. E a cosa pensa il governo? A mettere in atto una finta razionalizzazione dell’ente che ne indebolisce la capacità di azione e ne riduce ruolo e consistenza. La Cri è insostituibile", attaccano Cgil, Cisl e Uil.

“Non c’è in Italia una struttura che abbia le stesse competenze, lo stesso radicamento, la stessa capacità operativa. La Cri è fatta di tanti operatori altamente qualificati che svolgono una funzione essenziale per le comunità e per il Paese. Persone che hanno tutto il diritto a vedersi riconosciute tutte le tutele occupazionali e di lavoro”, rimarcano i sindacati.

Per questo, nei prossimi giorni partiranno presidi e iniziative di mobilitazione in tutta Italia: davanti al ministero della Salute, alle prefetture, alle sedi delle Regioni. Un crescendo che, per Cgil Cisl e Uil, “in assenza di risposte concrete, potrà arrivare fino allo sciopero. Diciamo no a questa privatizzazione. E chiediamo subito un incontro al Presidente del Consiglio dei ministri, alle Regioni e alle Province autonome. E poi vogliamo essere ascoltati dalle Commissioni parlamentari che dovranno esprimere il parere sul decreto” rilanciano le tre organizzazioni di categoria.

“Pretendiamo una riorganizzazione vera dell’ente – concludono Salvatore Chiaramonte, Paolo Bonomo ed Enrico Matteo Ponti, segretari nazionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa –: vale a dire una struttura più efficiente, ma anche un piano di riordino che scommetta sulla professionalità dei lavoratori e sul miglioramento delle capacità di risposta rispetto ai bisogni, e alle urgenze, dei cittadini”.