Nel suo bollettino mensile, pubblicato oggi, la Bce lancia l'allarme per le prospettive del debito pubblico nell'area euro: se non intervenisse una correzione del saldo primario di bilancio nel 2029 potrebbe raggiungere e superare il 140% del Pil, un livello che la Banca centrale considera "insostenibile". Attualmente il debito pubblico nell'area euro è inferiore al 100% del Pil.

La Banca centrale ipotizza tre scenari relativi all'evoluzione del debito pubblico da qui al 2031. Gli altri due scenari ipotizzano una correzione del saldo primario di mezzo punto percentuale e un punto percentuale l'anno . Nel primo caso ci sarebbe "un constante incremento" del rapporto debito/Pil fino al 2014 e una riduzione "solo graduale" in seguito, ma senza un'inversione di tendenza con chiara traiettoria discendente.

Solo con uno sforzo più ambizioso di risanamento, che la Bce indica in un punto percentuale del Pil, il debito scenderebbe di più, pur restando "sempre al di sopra del valore di riferimento del 60% del Pil". Le proiezioni della Bce riflettono quelle della Commissione europea, che vedono l'Italia e la Grecia ai vertici del debito pubblico europeo con rispettivamente il 120,2% e il 150,2% del Pil nel 2011, seguite da Irlanda (107%) e Belgio (100,5%).