Crevalcore, Bologna, 19 settembre. Un pomeriggio al lavoro come tanti. Alle 15.30 si sente urlare: "Tutti fuori". Gli operai e le operaie lasciano la linea. Non sanno cosa sia successo. "Pensavo ci fosse stato un terremoto", dice una di loro. Invece era arrivata la notizia che volessero chiudere il nostro stabilimento. È uno dei racconti resi dalle lavoratrici e dai lavoratori della Magneti Marelli giunti a Roma il 3 ottobre per il primo incontro al ministero delle Imprese e del made in Italy per scongiurare la chiusura e i 229 licenziamenti. Da 15 giorni prosegue uno sciopero a scacchiera sulle 24 ore per presidiare i cancelli e impedire che la proprietà possa portare via i robot.