Chi chiamerà lo 060606 da sabato 19 a lunedì 21 settembre non si aspetti di ricevere informazioni sulle operazioni di voto per il referendum. Proseguirà, infatti, per altri tre giorni lo sciopero degli operatori della Abramo Customer, che dalla Calabria fornisce il servizio di call center a Roma Capitale. I lavoratori sono riusciti ad ottenere di non doversi trasferire a Roma, ma il nuovo datore di lavoro applicherà il contratto delle cooperative sociali, al posto di quello delle telecomunicazioni. Con la nuova gara d’appalto non sarà più la Abramo a gestire il servizio, ma la cooperativa Acapo. Sono 107 le persone che verranno licenziate, per poi essere riassunte, al cambio della commessa.

Per gli operatori del call center questo vuol dire perdere in un solo colpo l’anzianità maturata, i diritti acquisiti e ben 400 euro di salario mensile (per i dipendenti full time). La decisione di prolungare lo sciopero è stata presa dalle organizzazioni sindacali (Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil) dopo l’incontro con il prefetto di Crotone.

Non applicare il contratto delle tlc, secondo i sindacati, rischia di permettere a imprese come le cooperative sociali di risparmiare sul costo del lavoro, facendo offerte al massimo ribasso. Un paradosso ancora più evidente- secondo la Slc- dal momento che la gara per la gestione del servizio di Roma Capitale è stata bandita da un ente pubblico, il Comune di Roma, ed eseguita tramite la Consip, organo deputato a vigilare sul rispetto delle norme degli appalti e del lavoro.