Neanche al governo piace il piano industriale presentato da ArcelorMittal che prevede quasi 5mila esuberi tra licenziamenti e mancato reintegro degli operai già in carico all’amministrazione straordinaria dell’ex Ilva. "Non possiamo far finta che esista un contratto ed è quello il punto di partenza su cui dobbiamo ragionare dal punto di vista occupazionale”, ha tuonato il ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli durante la call con i sindacati e i commissari Ilva sul piano industriale. “Non si può pensare che si parta da zero. – ha sottolineato - Esiste un contratto, esiste l'accordo sindacale, esiste un piano industriale che può essere, ovviamente, migliorato su alcuni aspetti, quello dell'investimento sugli impianti che è fondamentale per la tutela ambientale ma che non può essere ridiscusso sui criteri generali degli aspetti occupazionali".

Le parole di Patuanelli arrivano nel giorno dello sciopero di 24 ore di tutti i siti italiani coinvolti, dipendenti diretti e dell’appalto. Braccia incrociate da Taranto a Genova, da Novi Ligure a Legnaro e in tutti gli altri stabilimenti della galassia dell’acciaio gestita dalla multinazionale indiana. Il nuovo piano non ha fatto che alzare il livello di tensione tra gli operai. I sindacati metalmeccanici ritengono "inaccettabile l'atteggiamento del governo che - si legge nel verbale dei coordinatori di fabbrica - continua a trattare con ArcelorMittal, una controparte che ha dato dimostrazione di essere un soggetto inaffidabile e che non rispetta gli impegni sottoscritti, continuando a rinviare gli investimenti sulle innovazioni tecnologiche e non garantendo la manutenzione degli impianti". Intanto è partita, e continuerà nei prossimi giorni, l'ispezione straordinaria dei commissari dell'Ilva in amministrazione straordinaria, accompagnati da tecnici e legali, decisa per la denuncia dello stato di abbandono della fabbrica presentata giorni fa al prefetto Demetrio Martino dai sindacati.

Per la segretaria generale della Fiom, Francesca Re David, "i contratti valgono, valgono gli accordi e vanno rispettati. L'accordo del 6 settembre 2018 prevedeva 10.700 occupati, più la clausola di salvaguardia per i lavoratori Ilva in amministrazione straordinaria. Non conosciamo i dettagli dell'accordo fatto dal governo il 4 marzo scorso. Ma sappiamo che quell'accordo ha effetti sull'occupazione, perché non c’è la clausola di salvaguardia. Noi siamo fermi all'accordo sottoscritto il 6 settembre 2018 che prevedeva zero licenziamenti". La leader dei metalmeccanici della Cgil dice di non sapere i contenuti del nuovo piano presentato da ArcelorMittal. "L'azienda non ha cambiato sostanzialmente posizione da settembre dell'anno scorso. Già a settembre del 2019 l'ad Morselli, appena insediata, chiedeva circa cinquemila esuberi. Gli stessi numeri di esuberi che si prospettano ora. L'azienda non si è mai spostata da quei numeri. Quindi la pandemia del Covid-19 non c'entra nulla, è uno strumento di pressione in più che viene utilizzato".