Lavoratori somministrati, partite Iva, contrattazione inclusiva, decreto Dignità. Questi, i temi affrontati da Andrea Borghesi, neosegretario generale di Nidil Cgil, eletto proprio la settimana scorsa al congresso nazionale di categoria, oggi ai microfoni di Italia parla, la rubrica di RadioArticolo1.

 

“Partiamo dal lavoro in somministrazione – ha esordito il dirigente sindacale –, per dire che negli ultimi anni abbiamo costruito in diverse realtà produttive - dall’industria manifatturiera alla meccanica, dal terziario ai servizi di call center - una rete di rappresentanti sindacali aziendali, che spesso hanno anche messo a rischio la propria condizione occupazionale per costruire, pur tra mille difficoltà, un protagonismo dei lavoratori dentro i luoghi di lavoro”.

“Per quanto riguarda la contrattazione inclusiva, è sempre molto difficile metterla in pratica. Questo perché, ormai in tutti i settori, incluso il sistema pubblico, le imprese hanno terziarizzato, appaltato, flessibilizzato, e dunque precarizzato, la propria forza lavoro. Perciò, la nostra battaglia per la continuità occupazionale e la stabilizzazione è diventata prioritaria. Noi operiamo anche attraverso la contrattazione sociale a livello territoriale su temi come la previdenza, dove abbiamo costruito assieme a Cisl e Uil la proposta della pensione di garanzia per i giovani. Questione che riprenderemo presto, per provare a costruire all’interno di carriere sempre più frammentate una prospettiva previdenziale decente”, ha detto il sindacalista.

“Capitolo partite Iva. Lì ci muoviamo nel campo d’azione delle tutele individuali, ma anche in quello dei servizi che riusciamo ad assicurare come Nidil e come sistema dei servizi della Cgil. Nel contempo, pensiamo a una rappresentanza collettiva all’interno di imprese che hanno terziarizzato e flessibilizzato la loro manodopera, anche attraverso l’utilizzo di forme di lavoro autonomo, alcune delle quali nascondono rapporti di lavoro dipendente. Ragion per cui, da una parte, dobbiamo continuare la nostra battaglia contro le false partite Iva, e dall’altra, dobbiamo provare a costruire anche per queste persone una condizione di equo compenso, evitando il dumping con gli altri lavoratori”. ha proseguito Borghesi.

A tale proposito, ha aggiunto l’esponente di Nidil , in edilizia assistiamo a un fenomeno sempre più generalizzato: "La sostituzione di lavoro dipendente con partite Iva, tanto che il contratto più diffuso non è più quello edile, ma lo sono rapporti di lavoro autonomo, una follia. Su questo campo, dobbiamo muoverci con tutte le confederazioni per arrivare ad accordi quadro che partano dalle tutele individuali per arrivare alla rappresentanza di questi lavoratori dai territori al livello nazionale. In pratica, bisogna partire dai primi articoli della Carta dei diritti universali del lavoro per ricostruire, sia sul lavoro dipendente che su quello autonomo, un sistema di diritti e di tutele che riguardi tutto il mondo del lavoro”.

“Infine, parliamo del decreto Dignità del governo: è buono sulla carta, meno nell’attuazione, nel senso che le intenzioni erano positive, cioè di invertire la tendenza del mercato del lavoro alla flessibilizzazione, e l’assenza di causali per i rapporti a termine e di somministrazione, fatta dal governo Gentiloni con il decreto Poletti. Il problema è che non c’è alcun meccanismo obbligatorio di stabilizzazione. Ciò crea un rischio per i lavoratori fungibili, cioè per coloro che hanno una professionalità non alta, in relazione alla possibilità che vengano addirittura sostituiti con altri lavoratori. Questo è un pericolo drammatico per la continuità dei lavoratori, tanto che noi, al nostro congresso, abbiamo lanciato l’allarme, subito ripreso dalla confederazione. Il problema di fondo è che se se modificano per legge meccanismi molto complessi come quelli del mercato del lavoro, si corre il rischio di causare danni ancora più gravi, che vanno in senso opposto delle buone intenzioni iniziali”, ha concluso Borghesi.