“In queste ore abbiamo letto l’ennesimo roboante comunicato trionfalistico della Regione Campania sul recupero delle liste di attesa nella martoriata sanità campana, stanziando 72 milioni per finanziare il potenziamento di prestazioni di ricovero e di specialistica ambulatoriale a favore dei cittadini campani che, durante il 2020 a causa della pandemia e per la scelta della Regione - da noi contestata - di chiudere le prestazioni ambulatoriali, non hanno potuto usufruire dei servizi sanitari allungando le liste di attesa. Nel denunciare che si tratta dell’ennesimo provvedimento preso senza alcun confronto con chi questo piano di recupero dovrebbe eseguirlo (medici, professioni sanitarie, operatori sanitari) e, dunque, senza un vero governo della comunità e senza alcuna alleanza tra diritti dei malati e diritti e doveri degli operatori, rappresenta che la cifra è una finzione e che, fondamentalmente, non vi è alcuna inversione di tendenza rispetto all’ennesima assenza di investimenti e l’ennesimo regalo ai privati”. Così in una nota, le segreterie di Cgil e Fp Cgil Campania commentano il provvedimento sullo smaltimento delle liste d’attesa, varato nei giorni scorsi dalla giunta regionale della Campania.

“Infatti – sostengono Cgil e Fp Cgil Campania - il provvedimento non è altro che la seconda correzione in corso d’opera dell’approvazione del Piano operativo regionale per il recupero delle liste di attesa, già approvato il 2 dicembre 2020 e successivamente modificato il 29 dicembre 2020, che non prevede alcun reale investimento. I 72 milioni stanziati dalla Regione Campania, che sono tutti di derivazione statale. Complessivamente, quella somma - di cui solo quasi 47 ancora disponibili - viene destinata per il 52% agli erogatori privati e per il 48% alle strutture pubbliche, fotografando la reale composizione della spesa sanitaria in Campania ed andando in contrasto con i dettami del provvedimento nazionale. Ma c’è di più, l’utilizzo di queste risorse non consentirà alcun abbattimento delle liste di attesa: nell’ipotesi più favorevole, non si tornerà nemmeno alla situazione pre-Covid. Lo dicono chiaramente gli stessi allegati al piano operativo".

"Dunque, - evidenzia ancora il sindacato -, nessuna inversione di tendenza ma, anzi, un ulteriore colpo alla sanità pubblica in Campania. La pandemia ha dimostrato che la sanità pubblica è un patrimonio del Paese di immenso valore politico. Mentre la Regione guarda da un altro lato, senza alcun pensiero coerente, creativo, intelligente e coraggioso e continua in una logica di chiacchiere ed apologie con le quali non si va da nessuna parte. E gli effetti, al contrario della narrazione delle dirette Facebook, sono sotto gli occhi di tutti”.