Nell'anno della pandemia l'infortunio è donna. Semplice e drammatica la sintesi con la quale Lisa Gattini, segretaria generale della Cgil Parma, commenta i dati relativi agli infortuni sul lavoro nell'era del Covid. 

Di fronte a un quadro generale che registra un decremento degli infortuni in occasione di lavoro e in itinere, "scomponendo i numeri per genere - sottolinea la dirigente sindacale - vediamo che mentre nella componente maschile il calo è pari al 22%, in quella femminile c’è un incremento degli infortuni dell’1,7%. Le donne sono state più esposte ai rischi, una condizione dovuta probabilmente al fatto che le donne sono impegnate in lavori di cura, di assistenza, spesso a contatto con il pubblico. Pensiamo al commercio, ai servizi alle persone".

"Nei settori della sanità e dell'assistenza sociale, registriamo un incremento degli infortuni del 206%. Molti degli oltre 84mila casi verificatisi nel 2020, sono occorsi a donne impegnate nelle attività di cura, sia nel mondo del lavoro pubblico che in quello privato che nell'ambito della cura familiare. In una larga parte dello scorso anno, caratterizzato da una forte diffusione dello smart working, tantissime donne sono rimaste a casa e hanno assunto un ruolo notevole di multifunzionalità: lavoravano per la propria azienda e, contemporaneamente, accudivano la famiglia". Gli effetti di questa condizione dovranno essere valutati con attenzione nel prossimo futuro, per capire, a livello psico-fisico, quanto stress avrà prodotto il doppio ruolo assunto dalle donne per molti tratti della pandemia.

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