“In questa ininterrotta, aggressiva e spesso irragionevole campagna elettorale, il ministro degli Interni interviene ancora una volta sulle necessità del mondo della scuola, manifestando l’intenzione di reintrodurre l’uso del grembiule per riportare ‘ordine e disciplina’ e combattere le condizioni di disuguaglianza sociale. Ci preoccupa che a farsi portavoce delle istanze del sistema di istruzione sia il ministro degli Interni, dal momento che la scuola non è una caserma, l’educazione non è un problema di ordine pubblico”. Lo afferma in una nota la Flc Cgil nazionale.

“È principalmente compito della scuola – spiega il sindacato – rimuovere le disuguaglianze di partenza, offrire a tutti pari opportunità ed educare alla responsabilità individuale e collettiva i cittadini di domani, ricercando una forte alleanza con le famiglie e la società. Ancora oggi, nonostante i forti tagli subìti, la scuola non ha smarrito la sua funzione originaria di formazione collettiva alla cultura democratica e alla cittadinanza attiva, finalizzata a trasmettere alle nuove generazioni un sistema di valori fondato sulla responsabilità e la consapevolezza delle azioni. Eppure per anni ha subìto la trascuratezza della politica che ne continua a compromettere credibilità e prestigio per l'evidente assenza di un progetto che ne riconosca la centralità”.

Secondo la Flc, quindi, “per arginare la delegittimazione diffusa, di cui certi episodi di violenza fisica e verbale sono l’estrema conseguenza, non servono telecamere né inasprimento delle sanzioni, ma investimenti che valorizzino le professionalità e riconoscano alle istituzioni scolastiche il loro ruolo fondamentale come strutture strategiche per la crescita della cittadinanza democratica e lo sviluppo del Paese. Ricordiamo al ministro, inoltre, che le distanze sociali non si nascondono sotto un ‘grembiulino’, ma si combattono con una scuola più uguale, inclusiva, accessibile a tutti fin dall’infanzia”.