“Esprimiamo preoccupazione per l’escalation e l’acuirsi della violenza dell’esercito israeliano nel campo profughi di Jenin e condanniamo quella che è stata definita una delle più massicce operazioni militari nei territori occupati degli ultimi vent’anni”. Lo afferma, in una nota, la Cgil nazionale. 

Per la Confederazione, “la comunità internazionale ha il dovere di denunciare la violazione del diritto internazionale, che impone a Israele, in quanto potenza occupante, di garantire la protezione e l’incolumità delle popolazioni civili. Al contrario, lo status quo, fatto di oppressione, di negazione dei diritti e delle libertà, di militarizzazione e di radicalizzazione sta demolendo le basi di democrazia e di convivenza in entrambe le società, nel tacito assenso della comunità internazionale”. 

“Oltre a chiedere il pieno rispetto delle risoluzioni Onu 242 e 338 e il pieno ritiro delle truppe israeliane dai territori occupati, ribadiamo - aggiunge il sindacato di corso d’Italia - quanto richiesto dalla coalizione AssisiPaceGiusta: esortiamo Parlamento e governo ad essere costruttori di pace nella regione mediterranea. Va riconosciuto lo stato di Palestina e va accompagnato, in sede europea e internazionale, il processo di pacificazione con una nuova stagione di cooperazione e di integrazione regionale, unica strada possibile - conclude la Cgil - per porre fine alle guerre ed alle ingiustizie”.