Tante risorse in arrivo: Pnrr e fondo complementare e poi quelli strutturali. Come evitare che a beneficiarne sia solo una parte del territorio, magari la città di Lecce, grande e forte, e come evitare che i progetti da finanziare siano scoordinati tra loro? Sono questi gli interrogativi che si sono posti gli esponenti delle diverse istituzioni locali, l’Università e le organizzazioni sindacali confrontandosi su come spendere al meglio i fondi in arrivo.

Coordinare è la parola chiave, insieme a idea di futuro e di sviluppo del territorio. Stiamo parlando del Salento, una parte di Puglia conosciuta per la bellezza del mare e della natura, per il fascino delle opere architettoniche e artistiche, per la capacità di accoglienza che attira turisti e appassionati. Il turismo, però, benché assolutamente centrale per l’economia locale, non può essere l’unico volano di sviluppo. E in ogni caso anche in questo settore c'è parecchio da fare. Per tale ragione, hanno pensato i partecipanti al confronto aperto da qualche settimana, l’occasione che arriva dall’Europa non può essere utilizzata male. Occorre ricordare che, oltre alle cittadine costiere e a Lecce, il Salento annovera decine di Comuni piccoli e meno famosi che pure chiedono occasioni di sviluppo: è il territorio tutto che deve poter crescere. E allora la strada individuata è quella di camminare insieme e co-progettare il futuro del territorio. Lo scorso 27 giugno è stato sottoscritto il Protocollo per la governance dello sviluppo territoriale di area vasta, le firme in calce al documento sono quelle della Provincia di Lecce, dell’Università del Salento, di Cgil, Cisl e Uil.

“L’idea di fondo di questo accordo pilota per il Mezzogiorno - ha commentato Valentina Fragassi, segretaria generale della Camera del lavoro di Lecce - è legare la mole di risorse che sta arrivando sul territorio alla creazione di posti di lavoro di qualità anche per giovani e donne, attraverso la valorizzazione dei contratti collettivi sottoscritti dalle organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, coniugando attenzione alla salute e sicurezza con i bisogni di chi vive il territorio tutto l’anno”.

L’obiettivo del protocollo è, appunto,realizzare un sistema di condivisione delle finalità del Pnrr, del Cis e di tutti gli altri strumenti finanziari per ridisegnare un Salento più competitivo e al tempo stesso più coeso attraverso “l’incremento degli investimenti per la rigenerazione e riqualificazione di area vasta; il sostegno alle fragilità sociali ai fini di una maggiore coesione sociale; il potenziamento delle politiche giovanili riassestando gli interventi in chiave più efficace per le future generazioni, considerato il programma delle politiche giovanili 2022-2025 'Puglia Ti Vorrei – Giovani Protagonisti' avviato dalla Regione Puglia; l’integrazione della dimensione di genere in tutti gli interventi territoriali”.

Gli strumenti che verranno messi in campo sono al tempo stesso quasi “scontati”, ma assai difficili: “un autentico coordinamento di area vasta e il sostegno alla progettazione e programmazione, nell’ottica di una vision strategica che interconnetta le singole azioni viene messa a disposizione del territorio. A cominciare dagli enti periferici dello Stato di carattere comunale e dagli uffici di piano che, per problematiche connesse al loro dimensionamento e talvolta alla carenza o addirittura all’assenza di personale, si trovano nella difficoltà di affrontare le sfide poste dai diversi bandi del Pnrr”. In sostanza, quei Comuni che per mancanza di personale saranno in difficoltà a presentare i progetti per partecipare ai bandi nazionali saranno “aiutati”

“Tutti insieme ci teniamo per mano per costruire idee di futuro”, ha affermato Stefano Minerva, presidente della Provincia di Lecce subito dopo aver siglato il protocollo. “Proviamo a costruire tutti insieme il Salento di domani e lo facciamo attraverso la capacità di avere una visione comune, anche sulle singole misure che chiederanno i territori”. Insomma, lo spirito del protocollo del 23 dicembre siglato tra governo e organizzazioni sindacali nazionali e magari un passo in più. “A Lecce in particolare – afferma ancora la segretaria della Cgil - grazie anche all’interlocuzione con l’area Coesione della Cgil nazionale, siamo andati oltre il semplice monitoraggio di quanto accadrà in sede di spesa dei fondi del Pnrr. Su tutta una serie di investimenti in arrivo sul territorio, una spesa che ammonta a circa 100 miliardi, siamo riusciti a ritagliare un ruolo di co-progettazione con gli enti locali e con una delle più grandi stazioni appaltanti locali, come UniSalento”.

Così il rettore dell’Università del Salento Fabio Pollice: “Attraverso questo accordo si potrà realizzare una progettualità integrata che dia prospettive di sviluppo al territorio. La collaborazione delle diverse istituzioni è molto importante e UniSalento vuole svolgere il proprio ruolo di supporto alla comunità territoriale, a partire ovviamente dalla ricerca”.

C’è un punto del protocollo che merita di essere sottolineato: non si tratta di un tavolo di consultazione ed eventualmente di verifica, ma di costruire insieme. Lo spiega dettagliatamente Velentina Fragassi: “Non ci limiteremo a essere informati e a monitorare: stavolta co-progetteremo insieme con gli enti locali. Oltre a partecipare alla programmazione degli interventi, saremo nelle condizioni di co-progettare gli interventi, in grandi e piccoli centri del Salento, con la possibilità di implementare le azioni finanziate e realizzate dagli enti territoriali”. L’augurio è che quello del Salento divenga un esempio positivo da esportare in altre province meridionali e non solo.