I richiedenti asilo di Rimini saranno iscritti all’anagrafe cittadina. La decisione della giunta comunale è arrivata oggi (24 giugno), dopo una sentenza del Tribunale di Bologna, che ha accolto il ricorso di un richiedente asilo domiciliato a Rimini, che nei mesi scorsi aveva presentato la dichiarazione di residenza agli uffici comunali.  La richiesta era stata rigettata sulla base del Decreto sicurezza, ma attraverso il sostegno dei volontari dello sportello di Avvocato di Strada Onlus è stato presentato ricorso. La giunta, quindi, ha preso atto e “condiviso” l'orientamento espresso dal Tribunale, e ha deciso di procedere all'accoglimento delle dichiarazioni di residenza di tutti i richiedenti asilo

Non è il primo atto del genere del comune. L'amministrazione riminese in passato aveva preso un impegno pubblico con l'associazione 'Rimini Umana' e con altre realtà del territorio che nel 2019  avevano promosso una raccolta firme sottoscritta da 10mila persone e consegnata al sindaco in occasione della manifestazione 'Rimini porto sicuro'.

La decisione del Tribunale di Bologna, tra l’altro, è solo l’ultima delle numerose pronunce giudiziarie che riconoscono il diritto del richiedente asilo all’iscrizione anagrafica. Tutte picconate ai decreti sicurezza voluti da Matteo Salvini. Si va da altre quattro ordinanze dello stesso foro bolognese dello scorso anno alla più recente, a Genova, il 20 maggio. Ma ce ne sono state anche altre a Lecce, Firenze, Prato, Torino, Genova, Cagliari, Catania, Bergamo, Bari e Palermo. Tutte, fa sapere l’Asgi (Associazione studi giuridici sull’Immigrazione), hanno dato un’interpretazione per cui “l’affermazione secondo la quale il permesso di soggiorno per richiesta asilo non costituisce titolo per l’iscrizione anagrafica avrebbe soltanto l’effetto di far venire meno il ‘regime speciale’ in cui vivono questi cittadini”, e riportare “il richiedente al regime ordinario, quello cioè della verifica della dimora abituale”, come previsto per gli italiani. 

Sono invece quattro i tribunali che hanno valutato che la norma effettivamente precluda l’iscrizione, ma che sia “in contrasto con numerose norme costituzionali e in primo luogo con l’articolo 3 della Costituzione”. Dello stesso avviso è un altro giudice milanese che ha recentemente rinviato la decisione in attesa della pronuncia della Corte costituzionale. Va, infine, ricordato che sia il tribunale di Firenze che quello di Bologna hanno già ritenuto inammissibile il reclamo del Ministero dell’Interno contro la decisione del tribunale, che aveva affermato il diritto del richiedente asilo all’iscrizione anagrafica.

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