“‘Siamo a un bivio storico, molto dipenderà dalle decisioni che verranno assunte, e me lo auguro, nel prossimo Consiglio del 28 e 29 giugno. Aver costruito un'Europa più economica che politica ha lasciato vivi egoismi nazionali, emersi con forza di fronte alla crisi’. Bisogna andare avanti, creare gli Stati Uniti d'Europa. ‘Se vogliamo un futuro non dobbiamo avere paura di condividere politiche economiche, di bilancio e fiscali. Dobbiamo avere il coraggio di definire regole chiare e attribuire competenze agli organismi europei, anche rivedendo i Trattati’”. Spinge a fondo sul tasto Europa, Giorgio Squinzi, in una giornata di assemblee tra Milano e Varese, raccontata da Il Sole 24 Ore.

“Su due aspetti ha insistito il presidente di Confindustria: un nuovo ruolo della Bce, importando il modello della Federal Reserve, costruendo una federalizzazione del debito e il varo di euro bond, volano per la crescita, specie se destinati a grandi piani Ue per le infrastrutture e per la ricerca. Al rigore vanno coniugate per Squinzi scelte per dare fiato all'economia: un ‘meccanismo attivo’ di sostegno per i debiti pubblici, per cui i debiti nazionali che superano il 60% siano garantiti solidamente dai 27 Paesi della Ue. Oltre all'esclusione dal patto di stabilità delle spese per investimenti. ‘Il dialogo è possibile su parole come Europa unita e Stati Uniti d'Europa. Se avviene su termini come supervisione, bancaria, spread, eurobond significa che curiamo il tumore con l'aspirina’. Comunque secondo il presidente di Confindustria la crisi del modello economico occidentale è irreversibile: ‘Non ha saputo reagire al virus letale di una finanza selvaggia, avrebbe ancora validità se interpretassimo correttamente i dettati dell'economia sociale di mercato’”.