(Adnkronos Salute) - I medici sono le prime sentinelle contro la violenza sulle donne. Possono infatti intercettare i segnali prima che si arrivi in questura o al pronto soccorso. Ma serve formazione. E soprattutto sono necessari gli strumenti 'pratici' - ai diversi livelli - per interrompere la catena degli abusi. Così Cristina Patrizi, medico di famiglia e responsabile formazione dell'Ordine dei medici di Roma, sintetizza i punti forti dell'incontro di studio 'Le ferite nascoste delle donne', organizzata dalla Commissione pari opportunità dell'Ordine professionale, in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne.

Con questa iniziativa, in corso fino alle 14, "abbiamo voluto - spiega Patrizi all'Adnkronos Salute - analizzare il fenomeno nelle sue diverse sfaccettature: l'epidemiologia, la diagnosi, i profili psicopatologici, psichiatrici e clinici ma anche le cause sociali, familiari del fenomeno. Con l'obiettivo di arrivare all'intercettazione precoce delle situazioni a rischio. E in questo il ruolo dei medici, in particolare quelli di famiglia e di pronto soccorso, è fondamentale".