"I dati sull'informazione televisiva politica e sociale sono evidentemente squilibrati e il sistema dell'informazione è ripetutamente usato a scopo di parte o di propaganda". Lo denuncia il segretario confederale della Cgil, Fulvio Fammoni, in occasione del sit in promosso da Fnsi e Usigrai davanti alla sede Rai, nel chiedere all’Agcom un intervento.

Secondo il sindacalista “il dato più grave è nei Tg con una sproporzione evidente, ancor più grave, quando riguarda testate del servizio pubblico, a conferma di quanto incida il conflitto di interessi del Presidente del Consiglio”. Per Fammoni “non basta la sola protesta o denuncia, occorre concretamente porre fine a questo stato di cose. L'autorità ha visto più volte ignorati i suoi richiami se non per le sanzioni economiche, che nel caso della Rai vengono fatte pagare ai cittadini”. Il dirigente sindacale chiede che nella riunione prevista per oggi “si decida, c'è una intera tastiera di strumenti a disposizione e non usati”.

Tra questi, osserva il segretario confederale Cgil, “riequilibrare le presenze nei tempi utili e non quando non serve più e anche con l'esposizione del bollino durante le trasmissioni ‘questa trasmissione non ha rispettato le regole del pluralismo’ e, nel caso della Rai, ‘di servizio pubblico’”. Inoltre, prosegue, “una situazione così grave deve interrogare anche gli operatori dell'informazione, il loro ruolo e deontologia professionale. Bene l'iniziativa e le proposte della Fnsi, ma è tempo - conclude Fammoni - che anche l'ordine, se vuole avere un ruolo, batta un deciso colpo”.