Due giornate di protesta importanti, ieri e oggi, per i lavoratori della Henkel di Lomazzo, in provincia di Como, che hanno dimostrato tutta la loro contrarietà alla decisione della direzione di chiudere lo stabilimento. "Una scelta insensata e senza nessuna vera e corretta analisi produttiva fatta dal gruppo tedesco, leader nella detergenza", si legge nella nota sindacale firmato da Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil della Lombardia.

"La direzione italiana ha comunicato la scorsa settimana che la decisione si è resa necessaria per proteggere la stabilità e la competitività dell’azienda in una prospettiva di lungo periodo. In Italia, la capacità produttiva complessiva è da tempo superiore a quella di cui l’azienda ha bisogno per servire il mercato della detergenza e, di conseguenza, Henkel deve adattare il proprio assetto per continuare a rispondere con efficacia ed efficienza all’evoluzione della domanda e dei clienti. Valutazioni oggettive su capacità e tipologie produttive, posizione e caratteristiche del sito motivano la scelta di Ferentino come unico polo produttivo in Italia. Le attività e i volumi attualmente gestiti dall’unità produttiva di Lomazzo verranno assorbiti da Ferentino e, in parte, da altri siti europei del Gruppo. Lo stabilimento di Lomazzo cesserà la sua attività entro fine giugno 2021”.

"Come organizzazioni sindacali - scrivono - abbiamo contestato l’analisi fornita dall’azienda, ricordando tra l’altro che i lavoratori dello stabilimento di Lomazzo hanno fatto straordinari fino ad ottobre con zero ore di cassa integrazione ordinaria. Nel mese di dicembre inoltre sono state congelati ferie e permessi dei lavoratori fino alla prima settimana di gennaio 2021 a fronte di un importante carico di lavoro".

I sindacati del settore hanno anche ricordato l’importanza di rispettare le regole previste dal Contratto nazionale relativo alla Responsabilità sociale d’impresa. "La stessa Multinazionale evidenzia, a parole, che è importante avere uno sviluppo sociale e mette in primo piano la salute dei lavoratori. Sicuramente, però, chiudendo le aziende non si raggiungono questi obbiettivi".

"Riteniamo anche importante l’incontro che si è svolto nella giornata di ieri in Regione Lombardia, dove tutte le forze politiche rappresentate nel consiglio hanno espresso non solo vicinanza e solidarietà ai lavoratori, ma anche concretezza nel procedere con la volontà di promuovere incontri con la direzione tedesca della multinazionale presso la Commissione attività Produttive".

Per Francesco Di Salvo, segretario generale Filctem Cgil Lombardia, “l'incontro di ieri in Regione Lombardia è stato molto positivo. Al tavolo erano presenti il presidente del Consiglio di Regione Lombardia, Alessandro Fermi, il presidente della Commissione Attività produttive Gianmarco Senna, alcuni consiglieri regionali e i dirigenti dell'Assessorato regionale al Lavoro. Volevano avere un quadro della situazione e delle dinamiche che l’hanno ingenerata. Siamo soddisfatti perché la Regione non si è limitata a dimostrazioni di solidarietà, ma si è resa disponibile a mettersi al fianco dei sindacati in tutte le sedi nazionali ed europee per fare pressione rispetto affinché si trovi una soluzione che salvaguardi i lavoratori, visto e considerato che la società non è in crisi, ma ha deciso una redistribuzione dei volumi al fine di migliorare le performance. Le istituzioni regionali si sono rese disponibili ad essere soggetto attivo e a utilizzare tutti gli strumenti a disposizione per aiutare i lavoratori. Siamo in emergenza sanitaria, per noi la logica è che in questo momento non si faccia nulla e si rimandi qualunque decisione possa mettere in discussione i precari equilibri economici e sociali del territorio di Como. La provincia tradizionalmente vive di turismo, commercio e produzione tessile, tre dei settori più colpiti dalla crisi economica conseguente alla diffusione del virus. E proprio in un momento e in una provincia che presenta queste criticità, i vertici della Henkel decidono di compiere un’operazione che rischia di acuire la crisi economica e il disagio sociale?”.

"Come coordinamento sindacale - conclude la nota unitaria - abbiamo già inviato una richiesta di incontro a livello internazionale, abbiamo sollecitato anche tramite il sindacato europeo del settore Chimico e tramite il Comitato aziendale europeo, la necessità di sospendere la chiusura dello stabilimento, una scelta completamente sbagliata che deve essere immediatamente rivista".

La protesta comunque non si fermerà. Nella prossima settimana saranno programmate nuove iniziative e continuerà negli stabilimenti italiani l’agitazione indetta a supporto della vertenza sindacale aperta.