I numeri sono impietosi, in Sicilia raccontano di aumento di casi positivi al coronavirus, di posti di terapia intensiva che diminuiscono così come quelli nei reparti covid. Il sistema alla prima ondata aveva retto bene, pochi i malati e si era riuscito a dare assistenza a chi non era riuscito ad averla nel suo territorio. Oggi invece, non è più così. I mesi estivano dovevano essere utilizzati per adeguare le strutture ad una possibile seconda ondata e sembra che davvero poco si sia fatto.

Questa l’opinione e la denuncia della Cgil e della Fp Cgil regionale: “Il governo regionale ha avuto sei mesi per affrontare le criticità del sistema sanitario regionale nel caso di ripresa dell’epidemia di Covid- 9. Col decreto di agosto sono state anche rese disponibili per questo fine risorse aggiuntive.  Chiediamo cosa sia stato fatto e che fine abbiano fatto i fondi nazionali, anche alla luce delle notizie che arrivano su rinvii e difficoltà nell’erogazione di prestazioni ordinarie e persino di chiusure, benchè temporanee, di alcuni Pronto soccorso, ma anche dei problemi delle scuole in tema di medicina scolastica, dal momento che non trovano nelle Asp interlocutori immediati nel caso si verifichino nelle strutture casi di contagio”.

Lo dicono  i segretari generali della Cgil Sicilia e della Funzione Pubblica Cgil, Alfio Mannino e Gaetano Agliozzo, che aggiungono: “Abbiamo già chiesto , assieme a Cisl e Uil con le rispettive federazioni di categoria, da alcune settimane all’assessore alla Salute Ruggero Razza di convocarci per aver conto dello stato dell’arte e ascoltare le nostre rivendicazioni su come fronteggiare l’emergenza che si riapre a partire da quelle sul personale- per inciso agli operatori sanitari non è stato ancora pagato il bonus- e sulla medicina territoriale, ma non abbiamo ancora ricevuto risposta. Torniamo a chiedere il confronto e questa volta – sottolineano i dirigenti sindacali - riteniamo sia fondamentale il coinvolgimento dell’intero governo regionale perché  i problemi aperti esigono interventi in più ambiti, affinché questa fase difficile possa essere superata garantendo il diritto alla salute di tutti ma anche il diritto all’istruzione”.