Il Forum sulla transizione digitale si candida a essere luogo di confronto tra la Cgil ed esperti, professionisti e accademici che, a vario titolo, si occupano della digitalizzazione, dei suoi effetti e delle sue implicazioni negli ambiti più diversi.

Da sei anni a questa parte la Cgil ha dedicato un apposito ufficio ai temi dell’innovazione digitale, producendo numerosi approfondimenti sia tramite la piattaforma e la pubblicazione Idea Diffusa sia attraverso ricerche, iniziative pubbliche e redazioni collettive approntate per affrontare temi specifici e fornire un contributo e un sostegno anche a tutte le compagne e i compagni che ogni giorno affrontano temi di contrattazione settoriale e/o territoriale.

Si sono fatti incontri e seminari, confrontate idee e supportate piattaforme locali. Sono stati anni caratterizzati da un’accelerazione determinata anche dalla pandemia, che ha costretto e, nel contempo, consentito, di avere un focus più spiccato sui temi della digitalizzazione.

Le iniziative pubbliche e interne svolte in questi anni hanno puntato intanto a costruire un alfabeto comune, fornendo un glossario a tutti coloro che devono esercitare un ruolo di contrattazione territoriale e sociale. “Conoscere per contrattare” è stato il nostro motto.

Si sono poi affrontati temi normativi: uno di questi, il tema dei diritti connessi, ossia delle proposte di legge costituzionale relative al riconoscimento di un diritto alla connessione, a internet, come elemento di esercizio dei propri diritti/doveri, e anche della possibile e necessaria definizione giuridica di internet. Ma pure di antiche e nuove forme di sfruttamento di chi lavora per e con le piattaforme digitali (e non solo).

Si è provato dunque ad approcciare, con cognizione di causa, alle trasformazioni produttive e di processo, per avere uno sguardo non solo locale ma almeno europeo anche sul quadro normativo e sociale legato alle trasformazioni digitali, analizzando, per correggerle, le vecchie e le nuove forme di sfruttamento.

Si è fornito il nostro punto di vista critico e completivo dinanzi alle proposte di regolamentazione e si sono evidenziate con forza le nostre priorità rispetto alla normazione europea o a fronte di progetti ambiziosi come, ad esempio, il Pnrr.

La stessa pandemia ci ha indotti a valutare l’enorme potenziale tecnologico sia nel campo dell’assistenza ospedaliera e farmaceutica sia nel perfezionamento di strumenti già previsti da tempo, come il Fse o gli accordi sulla telemedicina, mai resi agibili in modo diffuso ed efficace. E ancora, si è detto con determinazione che il digitale non è declinabile al maschile, perché non è neutro.

Un lavoro trasversale, che ha coinvolto sia internamente sia esternamente competenze e progettualità. In ogni occasione abbiamo dunque voluto ascoltare anche esperti, confrontare le nostre posizioni, guardare oltre l’orizzonte cui eravamo adusi.

In sei anni l’evoluzione tecnologica, che abbiamo visto investire temi di diritto, sociologici, infrastrutturali, produttivi e, ovviamente, politici, ha avuto una accelerazione tanto straordinaria quanto tangibile. Quest’accelerazione e la pervasività delle tecnologie, il loro ruolo negli sviluppi della politica nazionale e degli equilibri internazionali, ha comportato che un sindacato, la Cgil, che si candida a contrattare le trasformazioni in essere e in divenire, costruisse un rapporto stretto e multidisciplinare con esperti ed esperte del settore, con studiosi, con innovatori.

Lo abbiamo detto: la tecnologia non è neutra, è figlia nel suo utilizzo di scelte politiche, stravolge paradigmi economici ma anche sociali, ridefinisce i luoghi, ridisegna i rapporti tra le persone e tra queste e lo Stato. E, se non governata, consente concentrazioni monopolistiche e di potere, motivo per cui di certo necessita di normazioni specifiche in ambito almeno europeo.

Sapere cosa accade in Europa, cosa accade alle filiere produttive e di servizio dentro e fuori dal nostro Paese, nella sanità, nel rapporto tra pubblica amministrazione e cittadini, è elemento non trascurabile per chi, come noi, rappresenta interessi e necessità individuali e collettive, e ha una visione del mondo.

Dunque, è obbligatorio domandarsi cosa sia stato fatto sinora, ma anche cosa sarebbe necessario fare perché la tecnologia metta al centro l’essere umano e sia elemento di abbattimento delle diseguaglianze, motore di un benessere diffuso. E quale debba essere lo stato riconosciuto ai dati, la ricchezza del nuovo secolo, quali gli intrecci inevitabili tra transizione digitale e transizione ecologica.

Queste sono le domande alte, che spesso si traducono in necessità di approfondimento, confronto e analisi per approntare risposte congruenti e coerenti con il nostro impianto valoriale.

Da qui, dunque, la formalizzazione di un rapporto collaborativo in realtà già in essere da tempo. Molti dei componenti il Forum hanno già collaborato in questi anni con noi, partecipando a iniziative specifiche, scrivendo su Idea Diffusa, semplicemente interloquendo dinanzi a novità che presentavano riflessi sulla società.

Ecco dunque che a ciascuno dei componenti del Forum, che intanto ringraziamo per aver dato la loro adesione e la loro disponibilità, e con i quali ancora più stretto sarà da oggi il rapporto di collaborazione, nella giornata costitutiva abbiamo chiesto, in relazione agli specifici ambiti di competenza, e dato lo stato dell’arte della transizione nel Paese e in Europa, quale fosse la priorità immediata su cui concentrarsi per garantire una transizione equa e socialmente sostenibile.

Cinzia Maiolini, responsabile Ufficio Progetto Lavoro 4.0