Due scontri politici, uno a stelle e strisce e uno tricolore. Sono i due i temi che caratterizzano oggi quasi tutte le prime pagine: da una parte c’è il presidente Trump che minaccia di ricorrere alla Corte Suprema contro quello che lui chiama il furto dei voti. Dall’altra ci sono i governatori di destra di Lombardia, Piemonte e Calabria contro le decisioni del governo sulle zone rosse del Paese. Nel frattempo il bollettino quotidiano dell’epidemia fa aumentare la preoccupazione per la tenuta del sistema sanitario. In varie zone i pronto soccorso sono già al limite. L’altro tema che si lega alle notizie sulla diffusione del coronavirus riguarda la situazione economica. Si moltiplicano gli allarmi per i prossimi mesi e ieri è stato il commissario europeo all’Economia, Paolo Gentiloni a confermare i tempi lunghi per la ripresa. Per tornare ai livelli pre-Covid, dice Gentiloni, si dovrà attendere il 2023 (vedi più avanti). Per quanto riguarda l’esito del voto americano e gli effetti sulla politica europea e mondiale dell’elezione del nuovo presidente da segnalare tra le riflessioni di oggi l’intervista a Enrico Letta su Repubblica: “E ora il sovranismo, senza Trump, si sgonfierà anche in Europa” (Annalisa Cuzzocrea a pagina 25). Su La Stampa l’intervista a Ian Bremmer (presidente Eurasia Group) che auspica una “luna di miele” tra Usa ed Europa nel caso si confermasse la vittoria di Biden. Ma c’è anche chi punta ancora sulla vittoria di Trump. Su Libero il politologo di lungo corso, Edward Luttwak spiega che gli americani si fidano ancora di Donald (Annalisa Chirico, p.11). Sui rapporti tra Stati Uniti ed Europa scrive anche Alessandro Orsini sul Messaggero: “Casa Bianca: cambio di strategia: dura con la Cina, mano tesa all’Europa”. Su Italia Oggi, a proposito di Cina, Lorenzo Riccardi spiega che Pechino si sente forte e non teme eventuali cambi di strategia geopolitica degli Usa. Intanto in Italia la crisi continua a mordere e lo farà ancora di più nei prossimi mesi se si dovessero confermare le chiusure annunciate. I sindacati confederali spingono per il rinnovo dei contratti nazionali. Ieri è stata la volta dei metalmeccanici.

Metalmeccanici, uno sciopero non virtuale
Lo sostiene Gabriele Polo, direttore della comunicazione Cgil, sul sito di Collettiva.it: Hanno aspettato dodici mesi. Poi hanno scioperato. Nel momento più difficile, con lockdown incombenti quanto gli attacchi di chi considera essenziale solo il loro lavoro – rischi compresi – non i loro diritti. I metalmeccanici italiani si sono fermati – Fim, Fiom, e Uilm segnalano alte adesioni – per il rinnovo del contratto nazionale di lavoro, esattamente a un anno dall’inizio di una trattativa con Federmecanica che finora non ha portato a nulla. Al centro dello scontro gli aumenti salariali che le imprese non vogliono concedere in paga base, nonostante i salari italiani siano tra i più bassi d’Europa. Su questo i padroni hanno interrotto le trattative (…) Poco o niente anche su formazione e sicurezza sul lavoro, per non parlare dell’occupazione sempre a rischio. “E questo – scrive Polo - è l’altro tasto dolente su cui si è misurato lo sciopero. Perché – ricorda la segretaria della Fiom Francesca Re David, che con Palombella della Uilm e Benaglia della Fim ha concluso la manifestazione - “le politiche industriali di questo paese le fanno le multinazionali che acquistano, delocalizzzano e chiudono (la ferita Whirlpool è tutta aperta), nel silenzio totale dei governi”. E così la precarietà diventa il problema comune che riguarda tutto il lavoro dipendente.

Francesca Re David (Fiom): puntiamo ad aumenti dell’8 per cento
“Uno sciopero nella distanza è un po' complicato ma è andato molto bene e la reazione dei lavoratori è positiva”. Lo dice Francesca Re David, segretaria generale della Fiom, sul manifesto. La segretaria generale è sollevata e soddisfatta dell'adesione allo sciopero nazionale. Come si aspetta che reagisca Federmeccanica? È la domanda del manifesto: “Quando fai uno sciopero durante una trattativa è sempre per poter portare avanti il tavolo. Mi aspetto che Federmeccanica ci convochi e ci presenti una proposta diversa. Da un anno a questa parte non abbiamo fatto passi avanti mentre i lavoratori hanno continuato a dimostrarsi indispensabili nella pandemia. L'essenzialità dei lavoratori si deve tradurre nella firma di un buon contratto. Quattro anni fa con Fim e Uilm scioperaste allo stesso modo, ma Federmeccanica tornò con una proposta salariale bassa e tanto welfare aziendale. Questa volta rimarrete fermi su un aumento forte? Quattro anni fa Federmeccanica proponeva di dare l'aumento solo alle aziende che non avevano il secondo livello di contrattazione. Poi riuscimmo a sbloccare la trattativa concordando un aumento pari all'inflazione ex post e allargando la sanità integrativa tutta a carico delle imprese. Fu un contratto sperimentale che si basava sull'estensione della contrattazione aziendale, ma Federmeccanica non l'ha rispettato visto che la contrattazione di secondo livello non si è allargata. Per questo noi questa volta puntiamo ad un aumento sui minimi dell'8 per cento….(l’intervista completa a pagina 8 del manifesto, a cura di Massimo Franchi).

La ministra Catalfo media: cercheremo di evitare nuovi scioperi
Ne parla Maurizio Tropeano su La Stampa (p.19): In un momento così delicato per il nostro Paese cercherò di agevolare in qualsiasi modo il dialogo tra le rappresentanze dei lavoratori e le aziende, in modo che si possa superare lo scoglio che sta bloccando il rinnovo. La presa di posizione di Nunzia Catalfo, ministra del lavoro, arriva nel giorno dello sciopero organizzato da Fim, Fiom e Uilm per chiedere un aumento dei salari. La ministra, assicura che tra i progetti da inserire nel Recovery Plan c'é anche la detassazione degli aumenti salariali contrattuali, misura da tempo richiesta da Cgil, Cisl e Uil. Catalfo - anche se resta da capire come si muoverà il resto del governo - risponde indirettamente anche a Francesca Re David, leader dei metalmeccanici della Cgil, che in un'intervista a La Stampa aveva chiesto al governo di uscire da “una neutralità di parte”. (…)

Zone rosse, Cgil, Cisl, Uil scrivono alla ministra Catalfo
Con una lettera firmata dai segretari nazionali, Tania Scacchetti, Luigi Sbarra e Luciano Veronese, Cgil, Cisl, Uil si sono rivolte al Ministero del Lavoro per porre il problema di tutte quelle lavoratrici e lavoratori che risultano scoperti dagli ultimi provvedimenti del governo. “In questi giorni – scrivono i tre segretari confederali - alcune Regioni stanno prevedendo la chiusura di interi comuni con l’impossibilità per le persone ivi residenti di uscire dal territorio comunale per andare a lavorare. Se non vi è la possibilità di svolgere le mansioni in modalità agile, le lavoratrici e i lavoratori interessati sono scoperti da qualsiasi tutela retributiva. L’art. 19 della legge 126 del13.10.2020,riprendendo norme inizialmente previste dal Cura Italia che coprivano i lavoratori in obbligo di permanenza domiciliare, prevedeva in questi casi, ed esclusivamente per le Regioni Emilia-Romagna, Veneto e Lombardia, l’accesso degli strumenti di integrazione salariale. “Tale disposizione, che andrebbe ripresa ed allargata a tutto il territorio nazionale, dovrebbe anche prevedere l’esonero dalla contribuzione aggiuntiva, in quanto l’accesso di alcuni lavoratori alla cassa, non sarebbe una scelta aziendale, ma un atto dovuto a decisioni di Pubblica Autorità”.

Paolo Gentiloni: ci vorranno due anni per superare la crisi
Dalle pagine Economia del Corriere della Sera. “Peggiorano le stime di crescita per l’Italia: quest’anno il crollo del Pil sarà del 9,9% e nel 2021 la ripresa si limiterà al 4,1% mentre nel 2022 sarà del 2,8%. Le Previsioni d’autunno della Commissione Ue, presentate giovedì mattina, sono meno ottimistiche rispetto a quelle estive che per il nostro Paese indicavano una recessione del 9,5% per quest’anno, seguita da una parziale ripresa nel 2021 con un Pil in crescita del 6,5%. Sono peggiori anche di quelle del governo italiano (-9% quest’anno, +6% nel 2021 e +3,8% nel 2022). Ed è probabile che peggiorino ulteriormente di fronte ai nuovi lockdown introdotti per contenere la seconda ondata di contagi da Covid. La situazione epidemiologica in evoluzione, osserva la Commissione in una nota, comporta “un livello estremamente elevato di incertezza e rischi” sulle previsioni di crescita dell’Unione. Per il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, “la crescita tornerà nel 2021 ma ci vorranno due anni prima che l’economia europea si riavvicini al livello pre-pandemia. In questo contesto di altissima incertezza, le politiche economiche e fiscali nazionali devono rimanere favorevoli, Next Generation EU deve essere finalizzato quest’anno e messo in campo nella prima metà del 2021”.

Le risorse per i ristori ci sono. Parla il sottosegretario Baretta
Le risorse ci sono" "Al Mef abbiamo un tesoretto che non va sprecato. I ristori subito". Lo dice il sottosegretario Baretta, rispondendo alle domande de Il Foglio (inserto, p.3). Benché di certo paia esserci solo l'incertezza, in questo tempo tribolato, Pier Paolo Baretta prova comunque a mettere un punto fermo. "I ristori verranno dati a tutti, e verranno dati in fretta", dice il sottosegretario all'Economia, nelle ore in cui a Via XX Settembre si definiscono i dettagli del decreto che verrà esaminato nelle prossime ore, nella giornata di venerdì, in Consiglio dei ministri. E nel dirlo, Baretta offre anche un'altra garanzia: "Le risorse ci sono, anche senza bisogno di nuovi scostamenti, bisognerà semmai utilizzarle con oculatezza". E qui bisogna chiedergli, però, se davvero quei 2 miliardi di cui si parla, quei due o tre decimali d'indebitamento sul pil a cui si è deciso di non far ricorso finora, saranno davvero sufficienti. "L'andamento della finanza pubblica in questi ultimi mesi è stato inevitabilmente instabile, perché instabile è il nemico che bisogna fronteggiare, e cioè il virus. Ma in questo contesto, abbiamo maturato uno spazio di manovra che ci permette ora di agire con una certa serenità, pur in una fase assai complicata". (…)

Precari esclusi dalla cassa integrazione Covid
Ne parlano Enzo De Fusco e Riccardo Fuso sul Sole 24 ore (p.26) Molti contratti a tempo determinato e indeterminato sono a rischio esclusione dalla cassa integrazione Covid-19 anche in vista dei lockdown totali e parziali in vigore da oggi. ”È quanto emerge dai recenti provvedimenti normativi (decreti legge io4 e 137 del 2020) e di prassi (circolare Inps 115/2020) che riconoscono le nuove tutele di cassa integrázione a partire dal13luglio 2020. A marzo, con l'emanazione de ldecreto 18/2020, il legislatore ha previsto che la platea interessata alla cassa integrazione erano i dipendenti in forza al 23 febbraio, data di inizio dell'emergenza sanitaria. Nel tempo ci sono state modifiche. Dal 9 aprile il legislatore ha esteso la tutela ai dipendenti assunti dal 24 febbraio al 17 marzo (articolo 41 del Dl 23/2020) ampliando cosi la platea dei beneficiari.(…) Ad oggi, invece, i contatti a termine rinnovati in base al l'articolo 19 bis del Dl 18 con decorrenza successiva al 13luglio, anche se presenti in azienda sin dall'inizio dell'emergenza sanitaria, rischiano di essere esclusi dalla cassa integrazione. C'è poi un aspetto aggiuntivo che va considerato. Durante il periodo estivo molte aziende sono tornate alla normalità economica e spesso si sono trovate ad assumere lavoratori a tempo indeterminato e determinato anche in sostituzione di altri lavoratori cessati. Insomma, si è verificato un normale turn over dei rapporti di lavoro. Con l'avvicendarsi dei nuovi provvedimenti di restrizione, prima regionali e successivamente govemativi, questi lavoratori, ove assunti dopo il 13 luglio, sono esclusi dalla cassa integrazione a meno che non si metta mano in modo definitivo all'individuazione della platea di lavoratori tutelati.

Diritti: Gallittu (Cgil), passi avanti verso l’inclusione
“Due passi avanti nel senso dell’inclusione”. Così Sandro Gallittu, responsabile Ufficio nuovi diritti della Cgil nazionale, ha commentato ieri le due notizie della giornata di ieri relative ai diritti alla persona: l'approvazione da parte della Camera dei Deputati della proposta di legge per il contrasto all’omolesbobitransfobia e al sessismo e la sentenza n. 230 della Corte Costituzionale che, nel decidere riguardo alla legittimità di un caso di negazione della registrazione della doppia maternità, sancisce che il riconoscimento della omogenitorialità spetta al legislatore. “Riteniamo sia un’ottima notizia - sostiene Gallittu a proposito del ddl Zan - il fatto che una proposta già frutto di un compromesso non sia stata ulteriormente limitata al ribasso, ed è positiva l’inclusione della discriminazione verso le persone diversamente abili. Ora - aggiunge - aspettiamo con fiducia il pronunciamento del Senato, auspicando che non vi siano modifiche peggiorative e che il testo venga approvato in via definitiva nella sua integrità”. “È ora indispensabile che il Parlamento - conclude - nella sua futura attività sulle famiglie omoparentali continui a difendere i diritti fondamentali della persona nel senso della piena inclusione e del pieno riconoscimento del diritto di tutte le figlie e di tutti i figli alla pienezza della vita familiare”.

Nell’agenda Cgil

Domani: videoconferenza con il ministro Speranza
L’Incontro in videoconferenza dei sindacati con il ministro della Salute Roberto Speranza è previsto per domani, sabato 7 novembre alle 10. Per la Cgil partecipano il segretario generale della Cgil Maurizio Landini e la segretaria confederale Rossana Dettori.

Martedì 10 novembre: videocall con la ministra Catalfo
Videocall martedì 10 novembre alle 10.30 dei sindacati con la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo sulle politiche attive. Per la Cgil partecipano il segretario generale Maurizio Landini e la segretaria confederale Tania Scacchetti.

Martedì 10 novembre: i sindacati nell’Europa solidale
Incontro on line martedì 10 novembre alle 14 sul tema "Il ruolo del sindacato in una nuova Europa solidale: Next Generation EU per investire in istruzione" organizzato da Flc Cgil. Partecipano tra gli altri il segretario generale Flc Francesco Sinopoli, Susanna Camusso, area Politiche europee e internazionali Cgil, Graziamaria Pistorino, Flc, esponenti politici e del mondo accademico europeo come Enrico Letta, Scuola di affari internazionali dell’Istituto di studi politici di Parigi, Francesco Saraceno, professore di macroeconomia internazionale ed europea a Sciences Po di Parigi. Per seguire il webinar in diretta, è possibile collegarsi su Collettiva e sul sito Flc.

Mercoledì 11 novembre: tavolo sui rider
Si riapre il tavolo sui rider al ministero del Lavoro. Appuntamento mercoledì 11 novembre alle 16, partecipa la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti.

Giovedì 12 novembre: rilanciare il bonus casaConvegno on line organizzato da Fillea, Spi Cgil e Nuove Ri-Generazioni per presentare “Una proposta per il benessere dentro e fuori la casa. Come rilanciare il Bonus del 110%”. Intervengono tra gli altri Gaetano Sateriale, Nuove Ri-Generazioni, Enzo Costa, Auser, Alessandro Genovesi, Fillea, Ivan Pedretti, Spi, Riccardo Fraccaro, sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri. Appuntamento giovedì 12 novembre alle 15 in diretta su Collettiva e sulle pagine Facebook Fillea e Spi.Tutti gli appuntamenti

Tutti gli appuntamenti
Per tutti gli appuntamenti in calendario vedi l’agenda sul sito della Cgil nazionale: e l’agenda di Collettiva.it.