“Dai dati Istat emergono pochi elementi positivi, come il calo dell’inattività, e molti destano grandi preoccupazioni come quelli sull'occupazione, soprattutto giovanile e femminile, e sui precari. La ritrovata disponibilità a cercare lavoro va sostenuta fin da subito con investimenti pubblici e privati che mirino a creare occupazione. Anche nelle prossime settimane occorrerà garantire misure emergenziali, dalla proroga degli ammortizzatori al blocco dei licenziamenti”. Lo ha detto ieri la segretaria nazionale della Cgil Tania Scacchetti commentando i dati provvisori su occupati e disoccupati diffusi dall’Istat. “I dati - sottolinea la dirigente sindacale - confermano un calo dell’occupazione sia su base mensile (-0,4%, pari a 84mila unità di cui 65mila donne) che su base annuale (-2,6% pari a -613mila unità). Il dato finale registrato sull’occupazione è quindi del 57,6% pari a -0,2% su maggio”.

Tra i quotidiani di oggi è Repubblica a dare più rilevanza ai dati dell’Istat: “Lavoro, il conto del virus lo pagano i più giovani, l’Istat fotografa il dramma degli under 25 dopo pandemia. La disoccupazione sale al 23,5%. Cancellati in un anno 600 mila contratti a termine. E nel mondo uno su sei ha perso il posto di lavoro. Il quotidiano diretto da Maurizio Molinari registra poi anche il flop dei centri per l’impiego: costano, ma non creano opportunità. Il commento viene affidato a Tito Boeri, economista ed ex presidente Inps: “Non lasciamoli indietro” riferendosi ovviamente ai giovani che stanno pagando il prezzo più alto della crisi. E un altro commento politico è quello di Massimo Cacciari che parla della necessità di ricostruire il ceto medio ripartendo dalle idee del socialismo liberale di Rosselli. Su La Stampa: “Il virus brucia mezzo milione di posti. E la crisi di abbatte su donne e precari (Giuseppe Bottero a pagina 18). Sul Sole 24 ore scrive Giorgio Pogliotti: “Lavoro, persi altri 84 mila posti, ma a maggio il calo rallenta” (p.10)

Cosa fare?

Tornando al comunicato stampa della Cgil firmato da Tania Scacchetti “per contrastare queste tendenze occorre un nuovo protagonismo dello Stato che non deve essere un semplice regolatore del ‘traffico’ economico, ma un attore protagonista nel ricostruire le filiere produttive indicandone le priorità”. “Il cambiamento, sociale ed economico, che ci troviamo oggi ad affrontare - aggiunge la segretaria nazionale - è una sfida che può essere vinta solo con la partecipazione dei lavoratori, creando lavoro di qualità e ponendo attenzione alla riconversione ecologica, alla digitalizzazione, alla conservazione e tutela del nostro patrimonio artistico e ambientale, alla creazione e riconversione delle infrastrutture pubbliche e private, e al rilancio e all’innovazione del welfare”. Infine, per Scacchetti “sul fronte fiscale è indispensabile intensificare il contrasto all’evasione e agire sulla leva fiscale in modo che sia selettiva e finalizzata allo sviluppo, alla qualificazione del lavoro e ai bisogni delle persone nonché improntata alla progressività e all’equità”.

Sui temi del fisco e delle riforme più urgenti è tornato a parlare ieri il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini: "Il taglio dell'Iva non risolve i problemi. Serve una riforma complessiva del fisco con la riduzione della tassazione del lavoro dipendente". Lo ha affermato  durante una diretta Facebook organizzata dalla Fiom torinese. "Chiediamo al governo di rivedere il fisco e redistribuire meglio la ricchezza. Bisogna combattere l'evasione fiscale che e' pari a 110 miliardi ogni anno", ha aggiunto Landini rispondendo alle domande dei lavoratori. Il segretario generale della Cgil è intervenuto anche sulle proposte di Confindustria. "Ho incontrato Bonomi di persona una volta sola – ha detto ieri Landini -  Da quando  è presidente di Confindustria non è stato possibile fare alcun incontro. Ha fatto tante interviste, ma non si e' ancora posto il problema di incontrare i sindacati". "Le cose che sta dicendo non sono condivisibili, soprattutto se vuole mettere in discussione il contratto nazionale. Mi auguro che Confindustria non segua questa strada che porterebbe allo scontro e non abbiamo certo bisogno di scontro. Mi auguro che sia possibile confrontarsi".

Uno sguardo europeo sul lavoro dei giovani

È quello di Martina Toti su Collettiva.it: - La Commissione europea – scrive Martina Toti - si appresta a rilanciare il programma Garanzia Giovani. Varato per la prima volta nell’aprile 2013 il piano aveva l’ambizione di contrastare la disoccupazione giovanile attraverso una serie di provvedimenti destinati a offrire opportunità di formazione e occupazione agli under 30. La piaga dei ragazzi senza un lavoro, però, è tutt’altro che sanata e la crisi provocata dalla pandemia di  Covid-19 rischia di peggiorare un quadro già critico. Secondo i dati Eurostat, nel solo mese di marzo, a lockdown appena iniziato, i giovani disoccupati sono aumentati di 159 mila unità, arrivando a 2 milioni e 800 mila, che si vanno ad aggiungere a un esercito di precari in lotta per una sopravvivenza dignitosa. Stando alle previsioni, poi, quel numero arriverà a sfiorare i 5 milioni entro la fine dell’anno mentre saranno 6 milioni e 700 mila i cosiddetti neet, non inseriti né in un percorso professionale né in uno educativo. Uno scenario che il sindacato europeo non esita a definire devastante. Daniele Lanni, membro del Comitato Giovani della Ces, sottolinea che "L'assenza di normative stringenti su tirocini e apprendistati di garanzia giovani soprattutto nei Paesi del Sud Europa e in Italia rischia di generare l'ennesimo tirocinificio e nuove situazioni di dumping. Dal punto di vista della Cgil garanzia giovani non può voler dire esclusivamente tirocini, il pericolo, se così fosse, sarebbe una nuova esclusione dei neet, perché le aziende finirebbe per privilegiare chi nel mondo del lavoro sarebbe entrato comunque"."La garanzia giovani nel nostro paese - spiega il segretario nazionale della Cgil Giuseppe Massafra - ha intercettato pochissimo i giovani più fragili, con bassi titoli di studio e che vivono in aree deprivate. Un nuovo programma europeo per i giovani deve guardare soprattutto a loro, puntando ad offrire percorsi formativi  per innalzare i loro livelli di qualificazione  e consentirgli di accedere a opportunità di lavoro di qualità. Altrimenti il rischio è che saranno le nuove generazioni a pagare il prezzo più alto anche di questa crisi". Il timore, insomma, è che come accaduto nel recente passato, anche a causa di politiche che hanno scommesso sulla precarietà del mercato del lavoro, milioni di giovani italiani ed europei vengano ancora una volta sfruttati come manodopera pronta all'uso e a basso costo. Le ripetute promesse della Commissione europea verso intere generazioni sono spesso cadute nel vuoto. La speranza è che si trovino le risorse e il coraggio per difendere davvero quello che resta un diritto fondamentale: il diritto al lavoro.

Collocamento sospeso. Per i disabili ostacoli doppi nella corsa all’assunzione

Se ne parla sull’Avvenire a pagina 9. C è una categoria doppiamente penalizzata dall'emergenza coronavirus. Si tratta delle persone con disabilità che, oltre a subire più pesantemente gli effetti del blocco e dell'isolamento in questi mesi di pandemia, rischiano di vedere ulteriormente frustrata la loro aspirazione a una piena partecipazione e inclusione lavorativa. Già da metà marzo, l'articolo 40 del Decreto legge n.18 ha infatti stabilito la sospensione per due mesi degli obblighi connessi agli adempimenti relativi al collocamento mirato, previsto dalla legge 68 del 1999. Bloccate, in sostanza «(...) le procedure di avviamento a selezione... nonché i termini per le convocazioni da parte dei centri per l'impiego per la partecipazione ad iniziative di orientamento». E l'articolo 76 del Decreto Rilancio ha poi aggiunto altri due mesi di sospensione degli stessi obblighi, arrivando cosl fino alla fine di luglio. Una situazione particolarmente difficile quella per i disabili, dunque, su cui Cgil, Cisl e Uil hanno sollecitato il governo a confrontarsi e intervenire. «Abbiamo chiesto unitariamente al Ministero del Lavoro di istituire un tavolo tecnico per rilanciare con provvedimenti concreti, sostenuti da risorse adeguate, le politiche occupazionali per le persone con disabilità - spiega Nina Daita, responsabile nazionale delle politiche a favore dei disabili della Cgil -. Già prima della pandemia, infatti, erano quasi 800mila gli uomini e le donne con disabilità iscritti al collocamento obbligatorio. E ora non sappiamo neppure quantificare quanti altri abbiano già perso o perderanno nei prossimi mesi il lavoro». Il primo obiettivo dei sindacati, quindi, è che nella discussione sul Decreto Rilancio rientrino anche le persone con disabilità e che il confronto con il ministero del Lavoro porti a potenziare la formazione mirata e i servizi di inserimento lavorativo per le persone con disabilità

Sul futuro del governo Conte

Sulle prime pagine di oggi le nuove mosse del governo che deve reagire alle tensioni interne alla maggioranza sui temi strategici. Sul Sole 24 ore il titolo: “Sull’abuso d’ufficio c’è l’intesa, ma è ancora lite sulle grandi opere. (il servizio a pagina 2). Sul Corriere della Sera: Conte Zingaretti, vertice del chiarimento, ma il decreto semplificazioni non decolla . Per quanto riguarda l’Europa l’analisi di Daniele Manca: “Il piano che non c’è” (a pagina 11). Anche il Messaggero apre con la notizia della “tregua” nella maggioranza di governo, una tregua tra Zingaretti e Conte che però non sblocca gli appalti. Passi avanti su Mes e alleanze regionali. Per il leader Dem il rapporto è recuperato e il governo può andare avanti. Ma sulle Semplificazioni è ancora tutto rinviato. Più netto il messaggio della prima pagina de La Stampa: “Salvini non molla: voto a settembre”

Coronavirus, caos negli Stati Uniti e paura in Italia.

Dal Corriere della  Sera: “Troppi contagi, la California chiude” . Negli Usa è di nuovo caos, ogni Stato fa per sé (alle pagine 12 e 13) . Sulla prima pagina del Messaggero la notizia del bimbo trovato positivo al test in un centro estivo (..a pagina)

Aborto, le donne tornano in piazza

Sulla prima pagina de La Stampa la foto notizia e il commento di Chiara Saraceno: “Da quaranta anni a rivendicare gli stessi diritti” (dalla prima a pagina 2 con il servizio di Flavia Amabile a pagina 9). La sociologa  Saraceno allarga il suo discorso sulle donne e alla questione generale dei diritti:  Ecco come conclude il suo articolo. "Ma di tutti questi costi caricati sulle donne, in particolare su quelle con figli minorenni, poco o nulla si è tenuto conto nelle decisioni prese via via per fronteggiare l'epidemia, anche se hanno conseguenze pesanti non solo sulla loro libertà e benessere, ma anche su quello dei loro figli e sulle stesse scelte di fecondità, quindi sul futuro della società. Anzi, in un primo momento erano state persino cancellate come possibili soggetti pensanti e competenti da interpellare sulle decisioni da prendere, le priorità da stabilire. C'è da chiedersi che futuro possano vedere e preparare una società, e una classe dirigente, così ottusamente maschio-centriche nel modo di vedere i problemi. Quanto alle donne, è ora che manifestino chiaro non solo che sono stanche, ma che la pazienza è finita."

Scuola, la mobilitazione dei sindacati a Genova

Camera del Lavoro, Filcams e Flc chiedono subito un tavolo tecnico di confronto tra sindacato, Provveditorato, Coordinamento della Commissione Scuola edilizia - Scolastica, Comune di Genova, aziende appaltatrici del servizio ristorazione. Settembre è alle porte e la scuola deve poter ricominciare in sicurezza comprendendo tutti quei servizi che possano garantire il benessere degli studenti e la serenità delle famiglie: insegnanti in numero adeguato, servizio mensa e igienizzazione costante e accurata degli ambienti.E’ indispensabile quindi che anche a livello locale si crei un tavolo tecnico di confronto con le parti sociali per affrontare e risolvere in tempi rapidi tutte le problematiche legate all'organizzazione, agli spazi, al personale necessario. Camera del Lavoro, Flc e Filcams, accolgono con preoccupazione gli allarmi che il mondo della scuola genovese, attraverso i suoi dirigenti scolastici e gli insegnanti, sta lanciando alle istituzioni, nazionali e locali, in merito al fatto che a settembre si rischi di non poter garantire il diritto al tempo pieno e quindi anche alla refezione scolastica. …e se tutto ciò non dovesse accadere, assisteremmo alla fine del tempo pieno a scuola e, senza servizio mensa, saremmo spettatori del fallimento di interi settori produttivi della ristorazione collettiva e di migliaia di licenziamenti.  Camera del Lavoro, Flc Cgil, Filcams Cgil Genova reagiranno e non rimarranno inermi ad assistere alla demolizione di un sistema scolastico educativo che dagli anni '70 ad oggi ha favorito l’emancipazione del nostro paese, specie quella femminile.Il lavoro nel mondo: strage in miniera in Myanmar (Birmania): 113 mortiLa giada, i rubini, costa cara oggi al Myanmar la ricchezza che si trova nel sottosuolo. Almeno 113 persone sono morte in una cava di giada nel nord del Paese, nello stato del Kachin, area di Hpakant, una delle più importanti al mondo per l'estrazione della pietra. Travolti da una frana, non hanno avuto scampo, il bilancio delle vittime è cresciuto di minuto in minuto, da che si è saputo della tragedia causata dalle pesanti piogge. Quando per le autorità le vittime erano 50, la gente del posto già parlava di almeno il doppio dei morti, poi i cadaveri sono stati trovati nel fango; difficili le operazioni di recupero, presto interrotte a causa delle piogge. Sembra che un'allerta meteo fosse stata emessa mercoledì, consigliando di non avvicinarsi al sito attorno al quale vive una miriade di persone che cerca le pietre a mani nude nella terra. Una pesante deforestazione, più volte denunciata, potrebbe essere stata concausa del disastro. In Myanmar il commercio di giada vale 30 miliardi di dollari annui e la regione del Kachin è tra le più importanti al mondo per produzione ma un modo per evitare questi drammi, frequenti, non è stato ancora trovato. Il Myanmar è ad oggi uno dei Paesi meno sviluppati d'Asia, nonostante il commercio di pietre preziose e il turismo la popolazione vive in condizioni di arretratezza e indigenza.“Aiuta chi ci aiuta”.

Prosegue la campagna di Cgil, Cisl, Uil

La sottoscrizione lanciata da Cgil, Cisl, Uil, per fronteggiare l’emergenza Coronavirus e sostenere i reparti di terapia intensiva ha raggiunto oggi la somma complessiva di 1 milione e 900 mila euro che sono già stati devoluti alla protezione civile. È quanto sottolineano in una nota i Segretari organizzativi di Cgil, Cisl, Uil, Nino Baseotto, Giorgio Graziani, Pierpaolo Bombardieri. “Siamo molto soddisfatti. È un risultato molto importante che testimonia la solidarietà concreta da parte di tanti lavoratori e pensionati italiani. Abbiamo raccolto in queste ultime settimane  900 mila euro che si aggiungono al milione di euro già versato alla Protezione Civile. Ma la nostra sottoscrizione proseguirà ancora per sostenere il lavoro di tanti medici ed operatori sanitari impegnati  nella lotta contro il Coronavirus“.I versamenti vanno fatti sul conto corrente bancario – Monte dei Paschi di Siena IBAN IT 50 I 01030 03201 000006666670 con causale: Aiuta chi ci aiuta.

Agenda degli appuntamenti

Per un quadro completo degli appuntamenti della Cgil nazionale e della Cgil nei vari territori vedi l’agenda sempre aggiornata di Collettiva.it: https://www.collettiva.it/agenda/