Sospendere subito le attività produttive, per salvaguardare la vita delle lavoratrici e dei lavoratori e ridurre le possibilità di contagio. L’appello lo lanciano i segretari generali di Fiom Cgil Milano, Fim Milano Metropoli e Uilm di Milano, Monza e Brianza, Roberta Turi, Christian Gambarelli, Vittorio Sarti, che sottolineano come l’aumento dei contagi in città come nel resto della Lombardia e del Paese dimostra che le misure intraprese fino ad oggi non sono state sufficienti. Il comportamento della Cina nel momento di massima emergenza deve esserci d’esempio: al dilagare del virus è stato imposto immediatamente il fermo di tutte le attività sociali ed economiche a Whuan e nello Hubei, regione del focolaio dove oggi non si registrano più vittime.
“In una situazione drammatica come questa non è possibile che le imprese italiane pensino di salvaguardare l'attività economica senza tener conto della loro responsabilità sociale – sostengono i segretari –. Non è possibile che migliaia di lavoratrici e lavoratori, che pure non producono nulla di essenziale in questo momento, siano costretti a uscire di casa e a spostarsi per andare in aziende che rischiano di trasformarsi in focolai di contagio”.
In questi giorni si registra un altissimo tasso di lavoratori assenti per malattia, molti dei quali potrebbero essere, potenzialmente, casi di Coronavirus. I sindacati ricordano quindi che il decreto “Cura Italia” ha messo a disposizione uno strumento, la cassa integrazione speciale “Emergenza Covid-19”, che può essere usata immediatamente per sospendere la produzione per nove settimane, per la quale le aziende non devono neppure pagare il contributo addizionale. Inoltre, poiché il contagio da Coronavirus è un rischio biologico prevedibile, se si riscontrassero casi di lavoratori riconducibili a inadempienze delle aziende, i sindacati procederanno in sede civile e penale per ottenere il risarcimento del danno.