Prevenzione, vigilanza e contrasto, uniti a protezione, assistenza e reinserimento socio-lavorativo per le vittime. È quanto prevede il primo Piano triennale di contrasto allo sfruttamento lavorativo in agricoltura e al caporalato (2020-2022), approvato il 20 febbraio a Roma presso il ministero del Lavoro e delle politiche sociali.

Guardiamo con soddisfazione al piano triennale interministeriale, redatto anche con la partecipazione delle parti sociali. È stato messo a punto in maniera corale un lavoro ambizioso, che affronta in modo organico le tante problematiche che si sovrappongono nelle azioni di prevenzione e contrasto del caporalato. È stato avviato il percorso giusto, ora si può alzare l’asticella delle battaglie contro lo sfruttamento, nessuno ha più alibi per non agire”. Lo affermano in una nota Fai Cisl, Flai Cgil e Uila Uil (i sindacati del settore) dopo essere intervenuti alla riunione del tavolo contro il caporalato svolta oggi presso il ministero del Lavoro.

La titolare del dicastero, Nunzia Catalfo, ha illustrato come il piano “abbracci ogni aspetto del problema, definendo un articolato modello di governance che passa appunto dal Tavolo”.

Il Piano è il frutto della collaborazione di tutte le istituzioni impegnate a livello centrale, regionale e locale contro lo sfruttamento e il caporalato, riunite nel Tavolo presieduto dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali e aperto anche ad associazioni di categoria, sindacati e terzo settore. Il Tavolo, inoltre, è supportato dall'International Labour Organization nell'ambito di un programma di sostegno alle riforme strutturali (Srsp) finanziato dalla Commissione europea.

Partendo da una mappatura dei territori e dei fabbisogni di manodopera agricola, il Piano affianca interventi emergenziali e interventi di sistema o di lungo periodo, seguendo 4 assi strategici: prevenzione; vigilanza e contrasto; protezione e assistenza; reintegrazione socio-lavorativa.

“Abbiamo ribadito - proseguono i sindacati - che su un milione di lavoratori agricoli il 90% è a tempo determinato e necessita di costanti azioni di tutela. A tutti i lavoratori, attraverso la contrattazione, possiamo garantire dignità, strumenti di welfare, lavoro in sicurezza, ma occorre togliere qualsiasi margine di azione ai caporali, che spesso organizzano pacchetti ‘all inclusive’ e offrono a chi cerca lavoro anche alloggi, trasporti e servizi, il tutto nella totale illegalità. Va affrontata in particolare la condizione di tanti migranti divenuti irregolari, che quando lavorano lo fanno in nero e non possono avvalersi degli strumenti offerti dallo Stato. Se sono stimati 400 mila sfruttati, non si può continuare a fare finta di niente, a queste persone va riconosciuta dignità, va data la possibilità di emergere nella legalità”.

“Sarà necessario - concludono Fai, Flai e Uila - valorizzare maggiormente, tramite il piano triennale, anche gli enti bilaterali, importanti presidi territoriali che oltre alla formazione dei lavoratori e alla sicurezza sul lavoro possono essere rilevanti per una gestione più trasparente del mercato del lavoro, come prevede la L. 199/16, e non è più rinviabile l’istituzione, in tutte le province, delle Sezioni Territoriali della Rete per il lavoro agricolo di qualità. Per questo è necessario che tutte le istituzioni preposte si attivino immediatamente e dalle parole si passi alle azioni concrete”.

I sindacati hanno affrontato durante gli interventi anche il tema della futura Pac (politica agricola comune, ndr) e della gestione dei Psr (programmi di sviluppo rurale, ndr): “Siamo preoccupati, perché servirà un lavoro politico importante per includere nella futura politica agricola comune e nella gestione dei Psr criteri di condizionalità sociali, che penalizzino le imprese che non rispettano le regole e non applicano i contratti. Ė un lavoro che va fatto a monte e incide non poco sui fenomeni di lavoro nero e sulle speculazioni delle agromafie”.

I quattro assi strategici saranno declinati in 10 azioni prioritarie:
1. Un sistema informativo con calendario delle colture, dei fabbisogni di manodopera e altri dati e informazioni sviluppato e utilizzato per la pianificazione, gestione e monitoraggio del mercato del lavoro agricolo.
2. Gli interventi strutturali, investimenti in innovazione e valorizzazione dei prodotti migliorano il funzionamento e l'efficienza del mercato dei prodotti agricoli.
3. Il rafforzamento della Rete del lavoro agricolo di qualità, l'espansione del numero delle imprese aderenti e l'introduzione di misure per la certificazione dei prodotti migliorano la trasparenza e le condizioni di lavoro del mercato del lavoro agricolo.
4. La pianificazione dei flussi di manodopera e il miglioramento dell'efficacia e della gamma dei servizi per l'incontro tra la domanda e l'offerta (Cpi) di lavoro agricolo prevengono il ricorso al caporalato e ad altre forme d'intermediazione illecita.
5. Pianificazione e attuazione di soluzioni alloggiative dignitose per i lavoratori del settore agricolo in alternativa a insediamenti spontanei e altri alloggi degradanti.
6. Pianificazione e attuazione di soluzioni di trasporto per migliorare l'offerta di servizi adeguati ai bisogni dei lavoratori agricoli.
7. Campagna di comunicazione istituzionale e sociale per la prevenzione e sensibilizzazione sullo sfruttamento lavorativo e la promozione del lavoro dignitoso.
8. Rafforzamento delle attività di vigilanza e contrasto allo sfruttamento lavorativo.
9. Pianificazione e attuazione di un sistema di servizi integrati (referral) per la protezione e prima assistenza delle vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura e rafforzamento degli interventi per la loro reintegrazione socio-lavorativa.
10. Realizzazione di un sistema nazionale per il reinserimento socio-lavorativo delle vittime di sfruttamento lavorativo in agricoltura.