Sciopero oggi (martedì 21 gennaio) in tutta Italia delle lavoratrici e dei lavoratori degli appalti per la pulizia delle scuole. Previsto anche un presidio nazionale a Roma, alle ore 9.30 in piazza Montecitorio. A motivare la protesta è la mancata internalizzazione di circa 4 mila addetti, che dal 1° marzo resteranno senza lavoro. “Mercoledì 8 gennaio sono scaduti i termini per la presentazione delle domande on line per la procedura selettiva che porterà all'immissione in ruolo di quanti oggi occupati negli appalti di pulizie delle scuole statali”, spiega una nota della Filcams Cgil: “Ancora non si conoscono i numeri precisi di quanti hanno presentato domanda, degli idonei e di quanti saranno coinvolti nell'assunzione e in quale modalità, se full time o part time. Poco più di 16 mila sono le persone dichiarate dalle società che lavorano oggi in appalto, 11.236 i posti a disposizione, che potrebbero aumentare se parte delle assunzioni saranno, come previsto dal ‘decreto scuola’, con contratto a part time. Se non ci saranno concreti interventi entro i prossimi due mesi, a rischiare il posto di lavoro saranno probabilmente oltre 4 mila persone”.

Per Cinzia Bernardini, segretaria nazionale della Filcams Cgil, le prospettive per molti addetti sono di “rimanere senza lavoro o con l’orario dimezzato e salari più bassi”. L’esponente sindacale evidenzia che, “nonostante le azioni messe in campo in questi mesi dalle organizzazioni dei lavoratori, con mobilitazioni, scioperi e incontri, abbiano portato a dei risultati, come alcune modifiche e integrazioni apportate al ‘decreto scuola’, siamo ancora lontani dall'individuazione di una soluzione per tutti”. Cgil, Cisl e Uil confederali hanno reiterato la richiesta di attivazione di un tavolo interministeriale per affrontare complessivamente la vertenza. ‘‘Un intervento non più rinviabile, visto che le imprese hanno da tempo avviato le procedure di licenziamento collettivo che, dopo l’incontro al ministero del Lavoro previsto per giovedì 23 gennaio, rischiano di diventare effettive”, conclude Bernardini: “Il governo, i ministeri dell’Istruzione e del Lavoro, le stesse imprese devono assumersi la responsabilità di trovare le soluzioni necessarie per garantire occupazione e reddito a tutti’’.

DUE CASI: BRESCIA E LECCE

“Nella nostra provincia la situazione ha dell'assurdo”, spiegano Filcams e Fp Cgil di Brescia: “A fronte di circa 300 addetti (122 dipendenti da Rekeep e 185 dalle cooperative sociali Andropolis, Pallazzolese, Dispari, Il Girasole, Loggetta Insieme, Sentieri e Verbena Solidali) e di 283 posti accantonati (41 full time e 242 part time), solo in 110 hanno potuto presentare la domanda”. Questo a causa dell’inserimento di vincoli nel bando, come “quello dei dieci anni di servizio dei bidelli, che ha escluso molte persone dalla possibilità di partecipare”. Per il sindacato bresciano il provvedimento “rischia di essere, a meno di modifiche, foriero di problemi. Sarebbe bastato prendere atto della situazione e consentire a tutte le lavoratrici che hanno garantito i servizi per anni di partecipare al concorso. E anche se tutte le richieste venissero accettate, comunque due lavoratrici su tre resteranno senza un impiego”.

“Sì all'internalizzazione del servizio, ma senza escludere nessun lavoratore”. Questa la posizione della Cgil di Lecce, preoccupata del fatto che solo un terzo dei lavoratori otterrà un contratto full time. I lavoratori della provincia sono 660 lavoratori, ma i posti disponibili come collaboratore scolastico sono soltanto 441. “L'escamotage trovato è stato lo spacchettamento dell'orario di lavoro”, spiega la Camera del lavoro: “222 lavoratori otterranno un posto full time a 36 ore, mentre gli altri 219 posti disponibili sono stati ‘moltiplicati’ dimezzando orario e stipendio, ottenendo quindi 438 contratti part time a 18 ore”. Il sindacato, dunque, evidenzia che “molti lavoratori rischiano, dopo vent'anni di sacrifici, di restare senza lavoro o di ritrovarsi con una retribuzione dimezzata. Come nella nostra provincia, dove due terzi dei lavoratori passerà dalle attuali 35 ore a 18 ore settimanali, con un taglio netto alla retribuzione”.

CGIL: SERVE AUNA SOLUZIONE PER TUTTI

“Vanno trovate soluzioni occupazionali e reddituali per tutte le lavoratrici e i lavoratori degli appalti di pulizia nelle scuole, anche per i 3mila rimasti esclusi dall’internalizzazione. Il Governo, dopo l’ennesima grande mobilitazione, deve convocare subito Cgil, Cisl e Uil e garantire a tutti un posto di lavoro”.  Così in una nota la Cgil in occasione dello sciopero. 

“Ormai è evidente che oltre 3mila persone, delle 16mila coinvolte negli appalti delle pulizie delle scuole statali, non hanno i requisiti per essere assunte dal Miur. Da mesi - prosegue la Confederazione - chiediamo di affrontare con misure e con adeguate risorse le ricadute di un processo importante e condivisibile, come quello dell’internalizzazione, che però, come da noi denunciato, a causa di norme istitutive ha creato una serie di problematiche occupazionali”.  “Con l’ultimo decreto scuola qualche soluzione è stata trovata, ma ora servono risposte per tutti per evitare un vero e proprio dramma sociale”. Infine, ricorda in conclusione la Cgil “è urgente sbloccare il pagamento degli stipendi per i lavoratori degli appalti Manital del lotto 6 della Campania, che da mesi attendono certezze”.