La Funzione pubblica Cgil si pone al fianco del Garante nazionale dei detenuti Palma, oggetto di attacchi da parte di alcune sigle sindacali della Polizia penitenziaria, e chiede all’amministrazione penitenziaria di rivedere le sue scelte.

“Coloro che lavorano in carcere – afferma il sindacato – non hanno alcun timore del lavoro di un organismo indipendente che controlla i luoghi di detenzione, ma lo considerano come un elemento di garanzia per tutti coloro che in quel sistema operano con dedizione e lealtà, mettendo al servizio del paese grande competenza e professionalità”.

“Non è accettabile il retaggio culturale che vede gli organismi di garanzia come un pericolo per chi lavora e non un soggetto con cui confrontarsi per migliorare non solo le condizioni di vita delle persone private della libertà, ma anche dei lavoratori impegnati nel difficile e delicato compito di reinserire tali soggetti nella società – prosegue la sigla della Cgil, rappresentativa di tutte le componenti del sistema penitenziario, civile e di polizia –, come altrettanto incomprensibile è l'attacco fatto al personale di Polizia penitenziaria, che presta il proprio servizio negli uffici del garante, i cui diritti dovrebbero essere tutelati dai sindacati in questione”.

La Fp Cgil esprime poi preoccupazione, perché “le posizioni più retrograde di alcuni sindacati di Polizia penitenziaria rischiano di vedersi rafforzate, non isolate, da scelte organizzative dell’amministrazione penitenziaria poco coerenti con la missione che la Costituzione assegna ad essa e che appaiono come la definitiva consegna del sistema penitenziario italiano all’esclusiva funzione di custodia e repressione della popolazione carceraria”.

Per questo il sindacato chiede “un intervento del ministro della Giustizia teso a ristabilire il rispetto di tutti i ruoli che convivono nell'istituzione penitenziaria, partendo da una profonda riflessione su ciò che ha scatenato tali attacchi ingiustificati”.