È scaduto da undici anni il contratto di lavoro dei lavoratori della sanità privata. Non stupisce dunque che in questo comparto, che è in forte crescita da un punto di vista numerico (effetto anche del “restringimento” della sanità pubblica), cresca la mobilitazione. Oggi, 17 luglio, i lavoratori della sanità privata scenderanno in piazza a Torino, dove Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl del Piemonte hanno organizzato un presidio dalle ore 11.30 alle 14 davanti alla sede del Consiglio regionale (in via Alfieri 15). “Lavoratori privati? Sì, del rinnovo contrattuale, del salario dignitoso, del riconoscimento professione dei diritti” si legge nel volantino che annuncia il sit-in, nel corso del quale i sindacati chiederanno di avere un incontro con i rappresentanti del Consiglio regionale.

Ma anche nella vicina Lombardia il mondo del lavoro della sanità privata è in stato di agitazione. A settembre sono già in programma iniziative unitarie, a livello territoriale, a sostegno dei tavoli di confronto sui contratti. Sarà un autunno “di forti impegni e mobilitazione per il rinnovo dei contratti”, spiegano Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl. In questi anni “il pubblico impiego ha perso tanto personale, in particolare nelle autonomie locali, mentre il terzo settore è in crescita: in Lombardia, secondo i dati Istat, tra il 2011 e il 2015 è cresciuto del 15,7 per cento. La gestione regionale e la devoluzione di alcune attività, nello specifico sanitarie e socio-sanitarie, attraverso gli accordi sottoscritti con lo Stato, consegnano un ruolo decisivo al livello locale nella programmazione e pianificazione delle risorse”.

I sindacati chiedono “che finalmente anche ai lavoratori di questi comparti si possa riconoscere la giusta remunerazione, dal momento che la qualità delle prestazioni erogate è la stessa sia nel pubblico sia nel privato. Il terzo settore e la sanità privata sono servizi che erogano prestazioni legate alle persone. La qualità, la professionalità e la competenza sono aumentati in questi anni, ma con esse sono aumentate anche la complessità dei pazienti e soprattutto i carichi di lavoro, poiché il turnover non è sempre garantito in tutte le aziende”.

La richiesta di Cisl Fp, Fp Cgil e Uil Fpl alla Regione Lombardia è di impegnarsi “a inserire negli accordi e nelle regole di accreditamento l'attenzione ai lavoratori, soprattutto nei frequenti cambi di appalto e trasferimento di proprietà, dove il più fragile è sempre la persona che eroga direttamente l'attività, il lavoratore dipendente”. Nelle strutture gestite da realtà del terzo settore, hanno ricordato i sindacati, “le tecnologie biomediche, la clinica medica, l'evoluzione del sistema sanitario, la riduzione delle giornate di degenza e con essa la riduzione dei costi alberghieri sono una serie di indicatori che hanno permesso sicuramente maggiore vantaggio economico a chi eroga prestazioni sanitarie, soprattutto per i pazienti acuti. Nulla arriva di tutto questo ai nostri lavoratori, che anzi non vedono da circa undici anni il rinnovo del contratto. Anche nella sanità privata cresce la complessità delle prestazioni, a causa delle dimissioni sempre 'più precoci' e un'aumentata capacità di gestire aspetti sanitari all'interno di strutture socio sanitarie. Purtroppo le Regioni non riconoscono questi cambiamenti gestionali e non aumentano le quote sanitarie da assegnare a questi servizi”.