Il 19 aprile i sindacati Filcams Cgil e UilTrasporti Uil di Genova si sono incontrati presso gli uffici della Coopservice riguardo la procedura di licenziamento avviata dall’azienda per effetto dei tagli al servizio di pulizia e sanificazione promossi dall’ente Giannina Gaslini. A seguito di un presidio permanente che da 5 settimane prosegue davanti all’ospedale pediatrico più famoso d’Italia, e con la minaccia dello sciopero alle porte dichiarato per il 23 aprile, oggi sospeso temporaneamente, Coopservice si è resa disponibile a sottoscrivere un’ipotesi di accordo che prevede sia l’esclusione dei licenziamenti (35 persone a rischio) che eventuali tagli di ore al personale interessato. Si parla di “ipotesi di accordo”, in quanto si procederà alla consultazione delle lavoratrici e dei lavoratori proprio il 23 aprile, giorno in cui doveva esserci lo sciopero.

“Se avremo il mandato dei lavoratori, procederemo alla definizione dell’accordo in sede amministrativa presso la Regione Liguria", commenta Giancarlo Guarneri della Filcams: "l’intesa disporrebbe un meccanismo volontario di anticipazione al 'riposo pensionistico', allargato anche agli appalti pulizie degli ospedali San Martino e Galliera. L’eventuale residuale delle maestranze Gaslini avrà garanzia occupazionale alle stesse condizioni sugli altri appalti sanitari gestiti da Coopservice sulla piazza genovese”. 

“Nonostante questo - prosegue Guarneri -, lascia l’amaro in bocca la scelta di campo effettuata dalla committenza di far ricadere la propria situazione economica sull’anello più debole, in un settore già fragile ed estremamente in sofferenza come quello degli appalti, in quanto quotidianamente siamo spettatori di continue perdite di posti di lavoro e diritti per lavoratrici e lavoratori che sul lavoro stesso, anche se povero, basano la loro sopravvivenza”.

"Il dato di fatto è però uno soltanto - commenta il sindacato in una nota -: il sit-in di tutto il personale Coopservice in appalto per il Gaslini, davanti all’ospedale, ha dato fastidio e ha fatto sì che il taglio iniziale di circa 1 milione di euro si traducesse in poco più di 350 mila euro. Quali margini allora di profitto si intendeva fare sulla pelle dei lavoratori?".

In attesa dell’approvazione in assemblea e quindi di ricevere mandato alla firma dell’ipotesi di accordo sottoscritto ieri, le organizzazioni sindacali hanno al momento sospeso, e non “ritirato”, sia il presidio che lo sciopero del 23 aprile.