Alla fine del suo turno, mercoledì scorso, un lavoratore è stato convocato dalla direzione aziendale che gli ha comunicato il licenziamento immediato, a partire dal giorno successivo: è accaduto alla Imequadri Duestelle spa di Urgnano, azienda metalmeccanica che occupa circa 80 lavoratori nella produzione di quadri elettrici, apparecchiature e sistemi per la produzione, trasmissione e distribuzione dell’energia elettrica. Per chiedere all’azienda di ritirare il licenziamento oggi, dalle ore 16.30 alle 17.30, si è tenuto uno sciopero con presidio. L’adesione, fa sapere la Fiom di Bergamo, è stata tra il 70 e l’80% dell’organico.
 
Dieci giorni prima di perdere il lavoro, per questo dipendente le 'tute blu' della Cgil avevano chiesto alla direzione aziendale un adeguamento del livello contrattuale: “Avevamo riscontrato, infatti, irregolarità nel suo inquadramento: due livelli in meno rispetto alle mansioni esercitate come montatore di quadri elettrici ma anche rispetto al titolo di studio di perito elettrotecnico di cui è in possesso” ha commentato Vittorio Tornaghi, della Fiom locale.
 
Invece di un più equo inquadramento contrattuale, il lavoratore è stato licenziato in tronco: “Assunto dopo il marzo 2015, cioè dopo l’entrata in vigore del contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs act, questo lavoratore si è ritrovato senza occupazione da un giorno all’altro, senza la possibilità di un reintegro. Prima del Jobs act, in un caso come questo si sarebbe tentata la conciliazione fra le parti alla direzione territoriale del lavoro. O, nel caso di effettivo licenziamento, sarebbe stato possibile un reintegro. L’azienda ha mandato così un chiaro segnale a tutti gli altri lavoratori che intendevano fare come lui, cioè chiedere il rispetto dei livelli contrattuali”.
 
La Fiom ha chiesto immediatamente un incontro con l’azienda, che però non l’ha concesso in tempi brevi, come invece questo caso meriterebbe. “Riteniamo infondato il licenziamento, ci adopereremo affinché l’azienda cambi idea, anche perché è difficile sostenere la causale dei problemi economici in una realtà produttiva che non è in difficoltà e che, anzi, ha appena assunto nuovo personale in altri reparti. Speriamo che la buona riuscita dello sciopero di oggi spinga l’azienda a tornare sui propri passi”, conclude Tornaghi.