"Questa mattina, a Viareggio, si é tenuta l’assemblea provinciale dei delegati alla sicurezza per ricordare la morte di Joubert Thomson, che nel 2007 (aveva 23 anni) perse la vita cadendo da un ponteggio di un’imbarcazione, presso la Polo nautico. Anche in quel caso, erano anni che denunciavamo le precarie condizioni di sicurezza, così come continuiamo a farlo. Vi sono state condanne riguardo la morte di Joubert, ma niente é cambiato. Come sindacato, ci venne riconosciuto la costituzione di parte civile e l’eventuale risarcimento ovviamente lo investiremo in prevenzione per la sicurezza nei luoghi di lavoro". È quanto afferma Massimo Braccini, segretario generale Fiom Cgil Toscana.

"La dinamica dell’incidente mortale è uguale a quella che ha fatto perdere la vita ad Alessandro qualche giorno fa presso il cantiere Seven Star di Navicelli (Pi). Vite spezzate per la mancata applicazione delle minime norme di sicurezza. Bastava poco per salvare delle vite umane, bastava verificare le falle nei ponteggi, magari non visibili, non segnalate a quanto pare. L’imprenditore è tenuto ad adottare tutte le misure necessarie a tutelare l’integrità fisica e la personalità morale dei lavoratori", continua il sindacalista.

"Siamo preoccupati per la situazione della nautica in Toscana, la ripresa produttiva sta presentando scenari inediti, da un punto di vista del ricorso massiccio agli appalti e delle negative condizioni di lavoro. Gli incidenti aumentano e rischiano di continuare ad aumentare con questo modello di sviluppo produttivo distorto. L’arretramento delle condizioni di sicurezza va di pari passo all’arretramento dei diritti dei lavoratori. Questo, grazie anche a leggi su leggi che i vari governi hanno fatto contro il lavoro. É inaccettabile che si viva male con il lavoro e che molti lavoratori, magari provenienti da altri paesi, così come registriamo nel settore, siano costretti a lavori mal retribuiti, non sempre assicurati con contratti regolari, costretti a fare orari di lavoro impossibili e senza garanzie. Impieghi senza anima e senza futuro, decisi da logiche di profitto selvaggio, in un settore dalla bella facciata del lusso, con profitti alti, ma dove si lavora in condizioni ottocentesche", prosegue il dirigente sindacale.

"In tal modo, la nautica avrà uno sviluppo effimero, mancano le professionalità e abbiamo il dovere d'imporre ai cantieri un ritorno alle assunzioni dirette e pretendere la ricostruzione di reparti produttivi. Chiamiamo a rispondere su questo anche le stesse istituzioni. Nella nostra Regione, il settore sta crescendo notevolmente e deve risentire di un indirizzo strategico. Tale modello fallimentare va rivisto e le concessioni pubbliche demaniali devono essere rilasciate solo a determinate condizioni e nel maggior interesse della collettività, in contrasto alla cultura del profitto selvaggio, al massimo grado e costi quel che costi, anche in termini di sicurezza dei lavoratori, di libertà e dignità umana. Come Fiom, stiamo avviando una vertenza su tutta la costa tirrenica, da Carrara a Piombino, in modo da contrastare questa condizione di arretramento delle condizioni di lavoro e restituire ai lavoratori tutto il valore e la dignità che meritano", conclude il leader delle tute blu toscane.