Sfiducia e senso di impotenza sono i sentimenti prevalenti in questi giorni tra i lavoratori della Nardi Spa, storica azienda metalmeccanica (macchine agricole) di San Giustino (Perugia) al centro di una crisi pesantissima e, soprattutto, di un passaggio di proprietà che l'ha condotta nelle mani di un fondo di investimento britannico. Sfiducia tanta, ma non rassegnazione. I lavoratori sono in sciopero da 10 giorni, continuano il presidio permanente ai cancelli e si preparano a un weekend di mobilitazione sul territorio, insieme alla cittadinanza, con cortei, presidi alla stazione e probabili “attraversamenti” stradali.

Il primo appuntamento è per oggi, venerdì 19 gennaio, dalle ore 11 alle ore 12, con il presidio dei lavoratori in sciopero che si sposterà dai cancelli della fabbrica al piazzale antistante la stazione ferroviaria di Selci Lama, frazione del comune di San Giustino che ospita la fabbrica. Domenica 21 gennaio, invece, dalle ore 10.00 alle 12.00 si svolgeranno due cortei, promossi dalla cittadinanza locale, a sostegno dei lavoratori in sciopero. Il primo corteo partirà da piazza Ferrer per procedere lungo via della Stazione e raggiungere nuovamente il piazzale antistante la stazione ferroviaria di Selci Lama. Il secondo corteo muoverà invece da viale F. Nardi al centro di Selci per ricongiungersi con l’altro corteo e confluire nel piazzale della stazione. L’iniziativa si concluderà alle ore 12 circa. Lunedì 22 gennaio, infine, i lavoratori della Nardi si riuniranno in assemblea sindacale all’interno dell’azienda per decidere le nuove iniziative da intraprendere in base alle eventuali novità che si auspica arriveranno dalla proprietà o dalle istituzioni.

L'obiettivo di sindacati e lavoratori è quello di alzare il livello della mobilitazione per fare pressione, non solo sulla nuova proprietà – questo impalpabile fondo inglese, che a sua volta si avvale della consulenza di una società svizzera per la riorganizzazione e la ristrutturazione dell'azienda – ma anche sulle istituzioni. “Solo loro ci possono aiutare a far uscire allo scoperto la nuova proprietà – spiega Maurizio Maurizi, segretario generale della Fiom Cgil di Perugia – e contemporaneamente a lavorare ad un eventuale piano B, che preveda la ricerca di imprenditori locali o nazionali interessati alla produzione, soggetti che possano offrire garanzie sul futuro di una fabbrica troppo importante per questo territorio per essere lasciata nelle mani della speculazione”.

Intanto, non ci sono novità sul pagamento degli stipendi e delle spettanze arretrate, che ormai ammontano a diverse migliaia di euro per ogni lavoratore (circa 100 quelli attualmente dipendenti alla Nardi). “Più passa il tempo e più cresce lo sconforto – spiega Marco Galletti, delegato della Rsu Nardi – anche perché, se prima lottavamo per tre stipendi e gli altri arretrati non pagati, oggi gli stipendi mancanti sono almeno 4 e per di più ora siamo in sciopero e quindi senza reddito da diversi giorni”. “Nei giorni scorsi sono venuti al presidio alcuni politici e rappresentanti istituzionali – continua il delegato –, ma al momento non ci sono novità. Per questo, per tenere alta l'attenzione ed evitare che ci si dimentichi della nostra vertenza, abbiamo deciso di spostare la mobilitazione e scendere in piazza”.