La notizia dello scandalo in Francia del latte in polvere per l’infanzia contaminato che coinvolge il gruppo Lactalis "sta generando in Italia una dinamica di informazioni distorte che rischiano di creare allarmismo e di determinare effetti negativi anche nel nostro Paese, non coinvolto in questo problema". Lo affermano Flai, Fai e Uila in una nota congiunta. "In queste ultime ore - spiegano -stanno, infatti, circolando delle “fake news” riguardanti la Parmalat che parlano di rischio per i consumatori italiani".

La Parmalat rappresenta una grande realtà industriale, con 9 stabilimenti e circa duemila dipendenti, che non produce né commercializza latte in polvere e prodotti specifici per l'infanzia. "Un’azienda che, in questi anni, ha consolidato l’occupazione e rafforzato il suo perimetro produttivo e commerciale in Italia e all'estero, garantendo nelle sue produzioni un approvvigionamento del 70% di latte italiano. Grazie a un sistema strutturato di relazioni sindacali abbiamo sempre rinnovato contratti e gestito con responsabilità le situazioni di crisi, individuando soluzioni adeguate alla tutela dei lavoratori della filiera".

La stessa Lactalis Italia utilizza il 70% di latte italiano per la produzione di formaggi, detenendo una quota del 24% nel mercato del Paese ed esportando formaggi a marchio Dop. I sindacati dunque concludono: "Guardiamo con attenzione ai temi della sicurezza alimentare, specialmente quando coinvolgono la salute dei bambini, tanto che ci auguriamo che vengano adottate misure sanzionatorie severe ed efficaci per qualsiasi violazione accertata in Italia, in Europa e nel Mondo ma cerchiamo di evitare strumentalizzazioni che, non solo non tutelano i consumatori, ma rischiano di fare solo tanta confusione".