“Il mondo degli appalti non trova pace. Nonostante i diversi interventi legislativi, non torna quasi mai alla ribalta per segnare un passo in avanti verso un cambio di rotta”. Così, in una nota, Alessandro Capitani, Cgil di Roma e Lazio , Salvatore Di Fusco, Cisl del Lazio e Pierluigi Talamo, Uil di Roma e Lazio.

“Poco tempo fa, Raffaele Cantone, il presidente dell’Autorità anticorruzione, ha dichiarato che il nuovo codice, così com'era stato pensato, non vedrà mai la luce e che occorre tenere alta l'asticella dei controlli, perché il rischio d'intromissioni criminali è molto elevato. Sempre secondo il magistrato, sono gli enti locali che non si prendono la responsabilità di attuare le opere che potrebbero appaltare secondo le norme vigenti, mentre sarebbe meglio favorire una centralizzazione degli interventi da parte della regioni, in una logica di partecipazione dei comuni, piuttosto che di delega. Nel Lazio siamo pronti e abbiamo già fatto la nostra parte, firmando con la Regione un protocollo quadro sugli appalti e un accordo attuativo per i lavori pubblici, già operativo anche negli interventi per il terremoto", proseguono i tre dirigenti sindacali. 

"In quei documenti, abbiamo espressamente indicato strumenti per velocizzare gli appalti senza ridurre la vigilanza, avviando sinergie che permettono, anche grazie alla capacità dei sindacati, di controllare diffusamente quanto accade sul territorio. "Purtroppo, il secondo accordo regionale attuativo non riesce a vedere la luce e per tutti i lavoratori impegnati in manutenzioni, servizi e forniture non si riescono a ottenere né le garanzie della clausola sociale di salvaguardia né lo snellimento delle procedure di aggiudicazione delle gare né la garanzia d'investimenti sul territorio che permettano di accelerare l’uscita dalla crisi, che tanto pesantemente ha danneggiato la nostra Regione", aggiungono i tre sindacalisti.

"Tutto ciò che registriamo sono ritardi nelle aggiudicazioni di gare, cantieri chiusi, disoccupazione. Auspichiamo che la Regione convochi il fretta il tavolo di confronto, che abbiamo sollecitato insieme per superare gli ultimi ostacoli e per concludere l’iter iniziato ormai parecchi mesi fa, senza la necessità di ricorrere alla mobilitazione delle migliaia di lavoratori che aspettano i risultati di quel confronto”, concludono le tre sigle confederali.