Le preoccupazioni dei sindacati erano fondate: dopo mesi di mezze notizie e parziali ammissioni da parte di Unicredit, in un recente incontro con i sindacati l’azienda ha affermato che la trattativa per la cessione dell'intero comparto del credito su pegno a un'altra società sarebbe a buon punto.

“Sinceramente non si riesce a comprendere perché un servizio redditizio, a sofferenze zero e, quindi, senza alcuna forma di contenzioso debba essere ceduto”. Questo il commento di Giuseppe Angelini, Gabriele Urzì, Elia Randazzo e Salvatore Li Castri, dirigenti sindacali Fabi, First Cisl, Fisac Cgil e Uilca. “Il credito su pegno nel nostro territorio – osservano – rappresenta per molti l'ultimo baluardo prima del baratro dell’usura e, comunque, una forma veloce e senza eccessive formalità (fatte salve quelle tecniche e di legge) di accesso al credito per privati e professionisti. Il credito su pegno, inoltre, non si basa sulla valutazione del merito creditizio del cliente, ma sul valore del bene dato in pegno”.

L'eventuale cessione del pegno mette in pericolo il posto di circa 40 lavoratori soltanto sulla piazza di Palermo. “Tanto più – aggiungono i sindacalisti – se dovessero essere veritiere le voci che indicano come possibile acquirente una società privata che si occupa di aste e, quindi, con seri dubbi sulla tipologia contrattuale che andrebbe a caratterizzare i lavoratori eventualmente trasferiti. È singolare poi che, mentre Unicredit manifesta l’intenzione di privarsi del Pegno, la concorrenza (Banca Sistema) sembra intenzionata ad aprire a breve alcuni sportelli che effettueranno credito su pegno anche a Palermo”.