"Ancora malasanità in Lombardia e ancora diritti, fiducia e giuramenti traditi. È stato tradito il diritto alla salute dei cittadini, la fiducia che questi prestano – tanto più quando malati o anziani - in chi dovrebbe curarli. Ed è stato tradito il giuramento di Ippocrate da parte di medici venuti meno alla loro missione pubblica". Così Manuela Vanoli, segretaria generale Fp Cgil Lombardia.

Da una nuova inchiesta della procura di Monza, 'Disturbo', emerge che un gruppo di professionisti abbia realizzato profitti con protesi ortopediche, anche scadenti, e integratori per il sotegno articolare, attraverso un sistema corruttivo che ha coinvolto la ditta produttrice delle protesi, medici di famiglia e chirurghi ortopedici di strutture ospedaliere private brianzole convenzionate con il sistema sanitario.

"L’indagine ha trovato un punto d’appoggio nell’esposto presentato presso la Procura da un cardiologo del Policlinico di Monza. E noi siamo fermamente convinti che la legalità passi anche attraverso la denuncia di illeciti che si verificano nel proprio posto di lavoro (il cosiddetto “whistleblowing”). Ma naturalmente queste lavoratrici e lavoratori vanno tutelati, devono potersi muovere in sicurezza", rileva ancora la sindacalista.

"Se in particolare nella catena degli appalti e delle forniture si annida il malaffare della sanità, Regione Lombardia attraverso la sua governance pubblica deve agire in primis in termini di prevenzione verso le strutture sanitarie, private e non. Con regole trasparenti e controlli approfonditi e stringenti. Così è anche fondamentale che da parte delle stesse aziende vengano effettuati controlli approfonditi sulle attività svolte dai loro dipendenti. Bisogna fermare questi continui scandali!", aggiunge la dirigente sindacale.

"Della salute delle persone non si può né si deve fare mercato. E non si può scaricare solo su responsabilità individuali. Quelle vanno senz’altro accertate e, nel caso di colpa, punite. Ma la sanità è un sistema e come tale va considerato. Peraltro considerando anche il danno che subiscono tutte le lavoratrici e i lavoratori che con impegno, dedizione e onestà, tra mille difficoltà e con il contratto fermo da troppi anni, erogano servizi per curare noi cittadini", osserva ancora l'esponente Cgil.

"Vogliamo che la legalità sia partecipata: collettivamente dall’azione dei singoli operatori e delle istituzioni preposte. Perché si sbaragli ogni malaffare sulla pelle dei cittadini che si ritorce pure sulla stragrande maggioranza dei lavoratori onesti", conclude Vanoli.